Si sono svolte questa mattina le celebrazioni per il 90esimo anniversario del Comune di Battipaglia. L’esibizione della fanfara dell’Arma dei Carabinieri si è aperta in via Aldo Moro per poi proseguire in via Mazzini, piazza della Repubblica e concludersi nei pressi del Santuario S.Maria della Speranza.
Un compleanno che rappresenta anche l’occasione per fare il punto sull’attuale stato di salute di Battipaglia.
IL SERVIZIO (CON INTERVISTA ALLA SINDACA, CECILIA FRANCESE)
LA STORIA DI BATTIPAGLIA
Nata come “colonia agricola” nel 1858 all’indomani di un violento terremoto che colpì il Vallo di Teggiano e la Basilicata, Battipaglia divenne Comune autonomo con Regio Decreto del 28 marzo 1929. Il nome dell’abitato, spesso unito a quello di Castelluccio, è tuttavia, di origini molto antiche, come testimoniato dalla sua menzione per la prima volta in un documento di Roberto il Guiscardo del 1080 d.C. in cui si confermava alla Chiesa di Salerno il possesso dei beni fra il Tusciano ed il Sele, ed in un successivo documento del 1092 d. C., quale soprannome di una famiglia che abitava sulle rive del Tusciano.
Nel XIII secolo l’importanza di Battipaglia crebbe notevolmente, come scrive Alfonso Menna, il vero fondatore della Città, colui che fu il promotore delle ragioni dell’autonomia amministrativa della frazione di Battipaglia in relazione agli sviluppi della bonifica della Piana, e che il 19 Aprile 1929 fu nominato Commissario per l’Amministrazione provvisoria del Comune.
Battipaglia “primo comune rurale creato dal Regime nel Mezzogiorno d’Italia” può considerarsi come “città nuova” nel contesto delle operazioni di bonifica intraprese intorno agli anni Trenta all’interno di un progetto volto a fondare nuove città con massicci trasferimenti di popolazioni da altre regioni e territori. Dopo la sua elevazione a Comune autonomo ebbe una propria sede municipale (in P.zza Duchessa D’Aosta oggi P.zza della Repubblica) con strade interne ed esterne, uffici e servizi amministrativi, polizia urbana e scuole primarie (l’edificio della scuola De Amicis fu costruito nel 1931-1932).
Distrutta quasi completamente dai bombardamenti anglo-americani del 1943, in cui persero la vita 117 civili, Battipaglia fu ricostruita in tempi brevi, grazie alla tenacia dei suoi abitanti e alle risorse del territorio. Di questi terribili eventi preziose sono le testimonianze della “Cronaca della Casa” degli Stimmatini, primi a prestare opere di soccorso ed assistenza. “Terra Promessa”, a cui affluirono sempre più numerose dall’entroterra correnti migratorie, nel miraggio di un lavoro, conobbe un incredibile incremento demografico tra il 1951 eil 1960, superando più del doppio quello del vicino comune di Eboli, di cui era stata frazione. Da colonia agricola a comune rurale, a città nuova, nel 1960 Battipaglia divenne polo di sviluppo industriale. Alle tradizionali industrie di trasformazione dei prodotti agricoli, si affiancarono industrie siderurgiche e di apparecchiature elettriche a ciclo continuo. In linea con i tempi , si guardò alle trasformazioni dell’età post-industriale, con insediamenti ad alta tecnologia, dai cavi elettrici alle fibre ottiche, alle telecomunicazioni. Venne realizzandosi, nel territorio di Battipaglia, “una felice coesistenza di poli agro-alimentari, collegati alla vocazione agricola della Piana del Sele e produzioni ad elevato contenuto tecnologico, con un denominatore comune, rappresentato dall’innovazione e dal miglioramento continuo”. Nel 1986 Battipaglia fu segnalata tra i cento comuni di Italia che, per il progresso economico e civile conseguito, avevano contribuito a rendere più grande l’Italia nella storia dei quarant’anni della Repubblica. Battipaglia rappresenta “una storia per molti versi emblematica di un lungo ed arduo cammino contrassegnato dalla tenace laboriosità di generazioni e generazioni, che hanno saputo costruire con il lavoro ed il sacrificio una società e un piccolo mondo fondati sul progresso economico civile”.
Il 13 marzo 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito alla nostra città la Medaglia d’Argento al merito civile con la seguente motivazione: “Centro strategicamente importante del Mezzogiorno durante l’ultimo conflitto mondiale fu sottoposto a violentissimi bombardamenti alleati che procurarono 117 vittime civili, la quasi totale distruzione dell’abitato e delle infrastrutture e danni ingentissimi al patrimonio industriale. Luminoso esempio di spirito di sacrificio e di amor patrio”.