Questa Alta Velocità s’ha da fare? Prendendo in prestito una celebre battuta dei Bravi di manzoniana memoria, è possibile riassumere la situazione creatasi sulla linea che da Battipaglia va verso la Basilicata e verso le Puglie.
Stanno nascendo, in concreto, due fronti contrapposti tra coloro che vogliono che l’infrastruttura venga costruita e che da progetto su carta diventi concreto e i detrattori, gruppo formato da sindaci e cittadini, i quali si vedranno espropriare bene mobili ed immobili per far spazio al progresso.
Il punto, a onor del vero, non è esattamente sul sì o sul no all’opera, ma sugli indenizzi che dovrebbero avere chi perderà le proprietà. Secondo questi ultimi, tra cui il sindaco di Eboli Mario Conte, essi non sono abbastanza dato che sono state proposte delle cifre non adatte al valore degli immobili, essendo essi totalmente diversi uno dall’altro per una lunga serie di questione tra cui la differenza di stato delle cose, di costruzione, di conformità sismina e di valore propriamente intrinseco.
Il tutto è ora al Tribunale Amministrativo Regionale, al quale Eboli si è rivolto per portare avanti la propria tesi. Nel frattempo, però, Rfi ha sottoscritto dei protocolli di legalità col quale difende la volontà di monitorare al massimo i progetti di costruzione dei nuovi tracciati dell’Alta Velocità dalle infiltrazioni criminali.
Intenzione, questa, che sicuramente è da onorare e per la quale è necessario un plauso, ma che ben fa capire la volontà dell’azienda di andare avanti nella progettazione. Se sarà così o meno, in ogni caso, lo deciderà ad aprile proprio il Tar, quando risponderà alle istanze del comune eburino. Fino ad allora, però, i giudici non hanno disposto alcuna sospensiva e quindi Rfi va avanti.