E’ iniziato ieri mattina al Tribunale di Vallo, il processo sui presunti appalti manipolati a Capaccio Paestum. Sul banco degli imputati l’ex sindaco ed ex presidente della Provincia, Franco Alfieri, la sorella Elvira, l’ex collaboratore comunale Andrea Campanile, il funzionario Carmine Greco e i vertici della Dervit, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria. Tutti presenti in aula per la prima udienza, durata circa un’ora e mezza.
A presiedere il collegio giudicante il magistrato Vincenzo Pellegrino, presidente del Tribunale. Dopo la ratifica della costituzione di parte civile del Comune di Capaccio Paestum è intervenuto il procuratore capo Francesco Rotondo, che ha avocato a sé l’inchiesta trasferita da Salerno a Vallo.
Rotondo ha eccepito la “sovrabbondanza” dei testimoni annunciati dalle difese, per Alfieri sono ben 31, rilevando anche la necessità di integrare nel fascicolo alcuni atti irripetibili ancora mancanti. Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Antonello Natale, Agostino De Caro, Domenicantonio D’Alessandro, Cecchino Cacciatore ed Enrico Tedesco, ha presentato numerose eccezioni, in particolare sull’uso delle intercettazioni e dei dispositivi informatici sequestrati, contestando presunti vizi procedurali.
Sul piano cautelare, le difese hanno chiesto la revoca dei domiciliari per Alfieri e De Rosa, e del divieto di dimora per D’Auria e Campanile. Per Greco la richiesta sarà avanzata nella prossima udienza, fissata al 9 ottobre.