Cinque persone indagate dalla Dda Antimafia per la bomba esplosa dinanzi l’ingresso del Comune di Castel San Giorgio. Potrebbe essere ad una svolta l’inchiesta sull’ordigno fatto esplodere lo scorso 10 marzo, intorno alle 2 di notte, dinanzi all’ingresso del municipio.
Giorni fa, i carabinieri di Castel San Giorgio hanno eseguito una serie di perquisizioni nei riguardi di cinque soggetti, residenti tra Mercato San Severino e Castel San Giorgio, ai quali è stato notificato contestualmente l’avviso di garanzia.
Durante i controlli, nelle disponibilità di un 31enne, sono stati trovati 200 grammi di marijuana. Per queste ragioni è stato arrestato e sottoposto ai domiciliari. Questa mattina è prevista l’udienza di convalida, dinanzi al Gip di Nocera Inferiore. I cinque rispondono di danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, avendo agito su di un immobile classificato come edificio pubblico, oltre che esposto alla pubblica fede e destinato a pubblico servizio.
Per uno dei 5 indagati, ancora, vi è l’ulteriore contestazione del possesso di un’arma comune da sparo, allo stato non identificata. Le accuse sono il frutto di un’indagine condotta dai carabinieri di Castel San Giorgio e dal nucleo operativo di Mercato San Severino, insieme agli uomini del Comando provinciale di Salerno, coordinato dalla Dda Antimafia. L’inchiesta è ancora in corso e non viene chiarito il movente dietro l’esplosione dell’ordigno.
I cinque sarebbero stati individuati attraverso un lungo lavoro, fatto di attività tecniche e analisi di telecamere di videosorveglianza. I carabinieri hanno svolto una serie di perquisizioni, allo scopo di raccogliere elementi funzionali alle ipotesi di reato. Quella notte, l’esplosione dell’ordigno fu micidiale. Oltre ad arrecare danni al portone principale, distrusse un timpano sull’ingresso, una macchina marcatempo e alcuni vetri interni, insieme a quelli di un’abitazione distante pochi metri.