Home Attualità Capaccio Paestum, azienda scarica abusivamente nel Sele: scatta il sequestro

Capaccio Paestum, azienda scarica abusivamente nel Sele: scatta il sequestro

In data 24 agosto 2018, nell’ambito delle specifiche attività di controllo ambientale disposte e coordinate dall’Ente Riserve Naturali Foce Sele-Tanagro e Monti Eremita-Marzano e dal Comune di Capaccio Paestum, si è proceduto al sequestro preventivo di aree di terreno, di vasca e di canalizzazioni interrate di un’azienda zootecnica sita in Gromola del Comune di Capaccio Paestum.

Attraverso l’individuazione di liquami bufalini in alcuni punti della rete di canali consortili in sinistra Sele, il Nucleo Ambientale Investigativo del Comune di Capaccio Paestum, coadiuvato dalle Guardie giurate ambientali del WWF Italia, nucleo di Salerno, è riuscito a risalire all’allevamento che, illecitamente, immetteva i reflui aziendali in corpo idrico superficiale confluente nel fiume Sele.

Immediata, inoltre, la chiusura dei canali di immissione che, attraverso un sistema appositamente creato di troppopieno della vasca di accumulo, consentivano lo sversamento delle deiezioni bufaline nei canali.

Il coordinamento dei controlli e l’avvio di sistematiche analisi biologiche, con il coinvolgimento anche del Consorzio Bonifica di Paestum – Sinistra Sele e la trasmissione dei report alla Procura della Repubblica, sono tesi a rendere continuativo ed efficace il riscontro dei livelli di inquinamento e delle anomalie segnalate o intercettate dal personale impiegato. Tanti i controlli in corso e in programma.

Tanto dal Presidente dell’Ente Riserve, Antonio Briscione, quanto dal Sindaco del Comune di Capaccio Paestum, Francesco Palumbo, e dagli altri Sindaci della Piana del Sele, viene sottolineata l’esigenza ormai irrimandabile di stroncare i fenomeni di inquinamento in atto, procedendo al contempo alla ricerca di soluzioni politiche percorribili per la messa a disposizione da parte degli Enti alle aziende di impianti all’avanguardia per il trattamento dei liquami, consentendo che le pratiche illecite di pochi possano non compromettere l’immagine di un intero settore, quello bufalino, costituito da tantissime “aziende modello”, che rappresenta un’assoluta eccellenza del Territorio.