Effettuata ieri l’autopsia di Rolando Scotillo, sindacalista dirigente della Fisi deceduto per un infarto ad Eboli nei giorni scorsi. Undici i quesiti che sono stati posti dal sistituto Procuratore titolare del fascicolo d’inchiesta ai quali dovranno dare risposta dopo l’esame cadaverico i periti. In particolare, dovranno ricostruire la vicenda del decesso del sindacalista sotto il profilo della tempistica e dell’adeguatezza dei soccorsi prestati dal personale sanitario e non.
I familiari del defunto, la moglie Antonietta Coscia e i due figli, assistiti dall’avvocato Antonio Boffa , hanno nominato quale consulente di parte il dottor Giovanni Zotti . Quattro, invece, sono i medici iscritti nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo per presunta negligenza medica. Scotillo è morto sabato scorso, poco prima delle 22, mentre era in casa al rione Paterno, non lon dall’ospedale Maria Santissima dell’Addolorata dove ieri è stata eseguita l’autopsia.
Secondo l’esposto presentato dai familiari, i soccorritori sarebbero giunti “senza medico a supporto e macchinari salvavita insufficienti”.
Nel mirino dei parenti di Scotillo sarebbe finito il defibrillatore, oltre ai minuti preziosi “persi” per il trasferimento in ospedale del paziente. Nella ricostruzione fatta dai parenti, l’infermiere sarebbero stato “visitato” a casa da due camici bianchi dell’Asl giunti dalla guardia medica. Intanto ieri sera è stato dato il nullaosta per celebrerare il funerale di Scoltillo oggi alle 17 nella chiesa Sacro Cuore di Gesù.