I recenti casi di Febbre del Nilo in provincia di Salerno potrebbero avere una spiegazione plausibile.
Nei pressi di Agropoli, a fine luglio era stata ritrovata la carcassa di una taccola, un passeriforme che vive ovunque in Europa e in parte dell’Africa, Dalle abitudini stanziali, ma si registrano casi di migrazione dai paesi africani, l’esemplare rinvenuto potrebbe essere propio uno di questi.
A darne notizia è l’Asl di Salerno, il comparto veterinario. L’autopsia ha dato esito positivo al virus.
“Il ritrovamento conferma la presenza del virus nella nostra zona – dice il presidente dell’ordine dei medici veterinari di Salerno Orlando Paciello – ma dimostra anche l’efficacia della sorveglianza sanitaria messa in atto dai servizi veterinari dell’Azienda Sanitaria Locale. L’intervento rapido e mirato ha permesso di identificare un animale morto, mostrando l’importanza del monitoraggio costante.
Le indagini riguardano anche altri animali, come i cavalli, che sono particolarmente sensibili al virus e possono manifestare i sintomi prima degli esseri umani. All’Università Federico II abbiamo eseguito più di 50 autopsie su cavalli deceduti in Campania, senza trovare tracce del contagio”.
Mentre i casi diagnosticati al nosocomio di Salerno salgono a cinque, c’è paura nella popolazione anche se i medici tengono a sottolineare come non ci sia pericolo di infezione tra esseri umani ma soltanto da zanzare infette.