La contestazione di danno erariale ai danni del Giffoni Film Festival, si parla di circa 500mila euro di fondi pubblici usati indebitamente, ha acceso i riflettori su uno degli eventi più importanti, se non il più importante, per il cinema nazionale e internazionale.
La questione è arrivata anche sulle reti nazionali: il programma di inchiesta di Rete Quattro, Quarta Repubblica, ha parlato della vicenda con un’intervista al patron Gubitosi, il “papà” del Festival. Nel merito, interviene il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone, che per primo aveva parlato di utilizzo di fondi pubblici non consono.
«In tv abbiamo sentito Gubitosi dire che il figlio, la nuora, l’associazione della moglie ed altri congiunti sono impiegati come fornitori di servizi nell’ambito del Festival – dice – a questo punto chiediamo di conoscere i compensi e l’entità degli affidi nei servizi perché dissentiamo profondamente da quanto affermato da Gubitosi secondo il quale il GFF, essendo una sua invenzione, debba rimanere patrimonio di famiglia da tramandare di generazione in generazione, per linea di sangue verticale ed orizzontale».
«Non funziona così quando si tratta dell’utilizzo, negli anni, di milioni e milioni di risorse pubbliche. Ci dispiace dover registrare questa mentalità profondamente lesiva del rispetto del denaro pubblico soprattutto quando sono state inscenate anche proteste per il taglio del finanziamento governativo. Visto che è stato invocato rispetto per il GFF si dia rispetto ai cittadini, proprietari delle risorse pubbliche, nel fornire il dettaglio dei compensi dei relativi dipendenti, consulenti e fornitori dei servizi. Abbiamo capito la logica – conclude – ma vorremmo conoscere anche gli importi».
Da parte del Giffoni Film Festival arriva la difesa secondo la quale tutti coloro che lavorano sono professionisti esemplari, esperti in quello che fanno e come tali idonei a lavorare. I legami di parentela sono questioni secondarie e di poca importanza.
Sull’utilizzo dei fondi c’è totale serenità: «Si tratta di un invito a dedurre – le parole del patron – e lo faremo, dimostrando che è tutto in regola».