Sul caso dell’incidente di Giffoni Valle Piana, al netto della tragedia e dell’emergenza che riguarda la sicurezza sulla strada, l’Ugl di Salerno tiene a sottolineare l’importanza di tutelare gli autisti dei bus di linea. Uno di essi, infatti, è coinvolto in prima persona, indagato per la morte del 18enne.
«Oltre al dolore di una vita spezzata e di una famiglia che finisce nello sconforto per la perdita del proprio caro, molte volte non si fa i conti con quello che c’è dall’altro lato della medaglia – le loro parole – un lato che a volte racconta una storia che quasi sempre viene raccontata di sfuggita: autista negativo all’alcol-test, attento alla guida e senza alcuna responsabilità sull’incidente accaduto. Quello che avviene dopo lo sanno in pochi: sospensione della patente e del titolo abilitativo. E qui inizia l’incubo: economico e sociale. In primis, tocca al lavoratore pagarsi un avvocato e fino a sentenza definitiva le spese vanno anticipate perché l’azienda non sborsa un euro. Successivamente, se l’azienda non è di quelle importanti, il lavoratore viene messo in ferie o sospeso senza stipendio perché la società non può permettersi di adibirlo ad altra mansione. Così, si costringono persone alla pensione anticipata o al licenziamento. Un danno biologico e morale che equivale alla morte sociale. Tutto questo accade anche se il dipendente in questione non ha responsabilità sull’incidente e viene accertato dalle indagini nell’immediatezza dei fatti».
Anche per Carmine Rubino, segretario generale dell’Ugl Salerno, serve un cambiamento culturale e legislativo sulla vicenda: «C’è necessità di un diverso modo di gestire queste vicende anche dal punto di vista assicurativo. Altrimenti si registrerà sempre una doppia tragedia: quella di chi muore e quella di chi si vede morire per colpa dello Stato».