È un quadro contrastante quello che emerge dai dati sulla balneabilità delle coste a sud di Salerno.
I rilievi dell’Arpac, infatti, evidenziano una situazione variegata che presenta non pochi punti critici sul fronte della qualità delle acque nel tratto di litorale che va da Pontecagnano Faiano ad Eboli.
Battipaglia
Le aree non balneabili sono due su quattro: Lido Spineta e Spineta Nuova. Zone contigue che presentano un’origine comune dell’inquinamento: il fiume Tusciano. La scheda dell’Arpac ha individuato ben 16 possibili cause di inquinamento, tutte riconducibili allo sversamento dei reflui urbani nel fiume da parte dei Comuni di Battipaglia e Montecorvino Rovella. A queste si aggiungono altre due cause: impianto di depurazione di reflui urbani del tipo biologico a fanghi attivi ubicato in Località Tavernola, con recapito nel fiume Tusciano: la quota di reflui, pari a circa il 60% del totale, che l’impianto non riesce a trattare, viene sversata direttamente nel fiume Tusciano; impianto di depurazione del tipo biologico a fanghi attivi ubicato in via Bosco Fili z.i.,con recapito nel canale Santa Chiarella, affluente del fiume Tusciano.
Eboli
Unica area non balneabile (sulle quattro oggetto dei rilievi Arpac) quella posta a nord della foce del fiume Sele. In questo caso l’inquinamento è stato individauto in un “impianto di depurazione di reflui urbani del tipo biologico a fanghi attivi ubicato in Località Serracapilli via Macchione con recapito nel torrente Telegro”.
Pontecagnano Faiano
Due su cinque i tratti non balneabili a Pontecagnano Faiano: Picciola e Magazzeno.
In entrambi i casi la cause di inquinamento sono state individuate nei “reflui urbani del Comune di Pontecagnano Faiano sono convogliati all’impianto di depurazione intercomunale del tipo biologico a fanghi attivi ubicato nel Comune di Salerno via A. De Luca, 8, recapitanti nel fiume Picentino”. A queste si aggiungono altre possibili cause di inquinamento: Nelle immediate vicinanze del punto prelievo: corso d’acqua superficiale all’altezza della villa denominata “acqua mare casa Maldone”; secondo canale di bonifica; in corrispondenza della stazione di sollevamento S9 con sfioro di emergenza a servizio dell’impianto. Il manufatto di sfioro è costituito da una tubazione che sbocca verso il mare.