È diventata una lotta in campo aperto quella sull’ospedale unico.
La sfida, degna della battaglia di Maratona tra ateniesi e persiani, si sta combattendo tra carte bollate, dichiarazioni, riunioni e vertici. I contendenti, con difficoltà a creare schieramenti, sono il comune di Eboli, il comune di Battipaglia, l’Azienda Sanitaria Locale di Salerno, qualche sindacato. Vittima, come sempre, è il cittadino colui che pagherà avvocati e ricorsi, marche da bollo e scartoffie, colui che si ritrova a vivere senza servizi ospedalieri degni di nota, mentre c’è chi litiga.
Nel pensare a quanto sta accadendo vengono in mente i capponi di Renzo diretto dall’avvocato Azzeccagarbugli. Il loro destino era segnato: sarebbero diventati la cena del caro legale, pegno del povero Lorenzo o come dicevan tutti Renzo, ma nonostante ciò erano impegnatissimi a litigare. Gli amministratori sono i capponi e il loro destino i cittadini. Battipaglia ha presentato opposizione al ricorso al Tar presentato da Eboli. Insomma, c’è chi l’ospedale lo vuole e chi no, l’Asl forse dato che il direttore Sosto avrebbe detto al sindaco eburino Mario Conte che non è nei piani della Regione.
E dunque? Dunque al momento l’ospedale non ci sarà, o rimanendo nel circuito manzoniano “non s’ha da fare”. Una situazione che va avanti da tempo mentre i due nosocomi cittadini attualmente esistenti continuano a perdere pezzi: il progetto di teleconsulto, ad esempio, o alcune aree chirurgiche.
Su ciò intervengono i sindacati dato che, pare, i reparti verrano riorganizzati tra accorpamenti e divisioni. “Stanno pian piano uccidendo l’ospedale – dicono dalla Uil Fpl – i responsabili di tale declino devono essere rimossi al più presto”. Per concludere, è quanto mai necessario trovare un accordo tra le parti e tra i vari soggetti locali. È il caso, insomma, di sciacquare i panni in Tusciano.