Serre,liberata una parte di spazzatura a distanza di quasi 900 giorni.
Ieri mattina, ai piedi della Real casina di caccia borbonica, casa dei militari dell’Esercito italiano di Persano a Serre, gli uomini della EcoAmbiente,la società pubblica dell’ Ente d’Ambito di Salerno,hanno preso a tirar fuori il pattume stipato all’ombra di 163 su 213 cassoni.
Rispettando la richiesta dell’ ingegnere regionale Liliana Monaco,responsabile unico del provvedimento e custode giudiziale, che a sua volta ha dato esecuzione ad un imperativo categorico di Vincenzo Montemurro, pm della direzione distrettuale antimafia di Potenza.
C’ erano gli uomini della Procura, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Salerno, agli ordini del tenente colonnello Giuseppe Capoluongo, gli uomini della Regione e gli addetti di EcoAmbiente, la società che, per svuotare i cassoni, ha affidato il servizio di noleggio di buona parte dei mezzi 248.790 euro, al tandem “Sarim” più “Enki” – le due ditte che stanno già svuotando il sito di stoccaggio provvisorio figlio dell’ emergenza rifiuti,di movimentazione, messa a terra e deposito dei container 38.300 euro alla “Sic” e di spostamento e lavaggio di quei cassoni 46.860 euro alla “Amoruso Giuseppe”, la spa titolare del porto di Salerno che ospitò i 213 container dal 21 febbraio al 23 maggio scorsi.
Non c’ erano rappresentanti della “Sra”. E l’ apertura dei cassoni in assenza dei referenti dell’ impresa è diventata un vero e proprio incidente procedurale. Un atto irripetibile sul materiale sequestrato – questa la posizione dell’ azienda – che, in quanto tale, andava effettuato alla presenza dei legali e dei consulenti degli indagati.
I rifiuti – nuovamente imballati per l’occasione – tirati fuori dai 163 box “liberati” resteranno sulla piazzola.