Dopo il nulla di fatto al Mise, con la Jindal che ascolta in videoconferenza, i sindacati nazionali e locali, chiedono a gran voce che il 24 sia il giorno della svolta, con i chiarimenti dovuti e necessari. Prosegue intanto il presidio degli operai che “non mollano” e pretendono “risposte” per salvaguardare i circa 300 posti di lavoro tra assunti ed indotto.
Sulla vicenda la deputata Anna Bilotti e il consigliere regionale Michele Cammarano accusano: “E’ chiara la strategia messa in atto dalla Jindal, ovvero, dar vita a politiche aziendali finalizzate a giustificare l’inevitabile chiusura dello stabilimento di Battipaglia, con la perdita dei posti di lavoro per oltre 80 persone”
entrano nel merito: ” il colosso indiano non ha spiegato le ragioni di un’ingiustificabile operazione che ha comportato la dismissione di ordini e commesse. Né sono state prese in alcuna considerazione le raccomandazioni del nostro ministero a riattivare l’impianto di Battipaglia”.Tutto è rinviato a giovedì 24 gennaio, quando la Jindal sarà chiamata a presentare un piano industriale e Bilotti e Cammarano concludono:”auspichiamo non sia l’ennesimo bluff, ma che, con il sostegno del ministero, possa garantire un futuro a una realtà produttiva storica e importante per il tessuto produttivo del territorio e dia garanzie occupazionali ai lavoratori”.