Un dirigente scolastico salernitano, Anna De Simone, scrive una lettera aperta al Ministro dell’istruzione Azzolina
Ecco il testo della lettera aperta che Anna De Simone, dirigente dell’istituto comprensivo di Roccapiemonte in provincia di Salerno, ha pubblicato sul suo profilo social indirizzata al ministro dell’istruzione Azzolina. In molti hanno apprezzato e condiviso il suo pensiero.
“Io un’idea ce l’avrei… Gentile Ministra, non so se leggerà mai questo mio messaggio, ma mi sento in dovere di esprimere il mio pensiero. Sono Dirigente di un IC della provincia di Salerno, ma prima sono stata precaria e poi docente di ruolo e poi direttore di sede e poi vicepreside. Insomma la Scuola l’ho vissuta in tutte le sue sfaccettature, belle e brutte.
Solo la mia passione e il credere in una scuola migliore mi ha permesso di raggiungere il “mio sogno”. Ma a volte mi sento sconfitta e persa, perché non riesco a capire adesso, come non lo riuscivo a capire da precaria, perché nelle scelte strategiche non viene mai utilizzata la logica e perché l’interesse dei ragazzi, il futuro della Nazione, diventa un problema marginale.
Queste mie riflessioni in questo momento diventano più pressanti, e mi portano ad una domanda che mi faccio ma che vorrei condividere con Lei. Ci viene detto che dobbiamo iniziare un nuovo anno scolastico assicurando la didattica in presenza, assicurando il distanziamento sociale, garantendo il monte ore annuale, e per attuare tutto ciò sono stati stanziati dei “fondi” per ogni Scuola.
Ora per fare tutto ciò la logica mi dice che, ad organico invariato, pur attuando tutte le misure per assicurare il distanziamento sociale, non potrò mai assicurare tutte le ore in presenza. Allora ho pensato, ma non sarebbe stato più semplice prevedere un piano straordinario di assunzione a tempo determinato di tutti gli aspiranti docenti inseriti nelle varie graduatorie, a diverso titolo, che potrebbero affiancare docenti in attività in presenza di Didattica In Parallelo (DIP), eliminando del tutto la DAD? In che modo? Semplice, la mattina un gruppo di studenti composto dalla metà della classe svolgerebbe attività didattiche in presenza con i docenti in organico e il pomeriggio l’altra metà svolgerebbe attività di didattica in parallelo, per consolidare le tematiche sviluppate, con “docenti tirocinanti”.
La settimana successiva si alternerebbero i gruppi. Quindi, distanziamento assicurato, monte ore assicurato, soluzione realizzabile per tutti gli ordini di scuola (non dimentichiamo infanzia), e soprattutto niente plexiglass. Inoltre si potrebbe anche pensare di sostituire il concorso straordinario con un “reclutamento” dei docenti che sono stati impegnati in DIP, e che quindi hanno svolto un anno di Tirocinio Effettivo. L’assunzione potrebbe avvenire attraverso una fase di selezione sulla base della valutazione, a cura di un apposito comitato di valutazione interno alla scuola di servizio, delle reali competenze dei docenti da assumere”
Articolo a cura di Rosaria Sica