“Su Villa Maria il Comune sapeva”. Si possono riassumere così le memorie di Vittorio Basentini, presidente della coop “Don Uva Domus”.
Tali dichiarazioni si leggono nel ricorso al tar che il patron ha presentato la scorsa settimana quando oramai le porte di Villa Maria stavano per essere chiuse. Nel novembre del 2021, la cooperativa “Don Uva”, che gestiva la casa albergo per anziani, trasferì le intere competenze alla neonata “Don Uva Domus”.
E qui c’è l’oggetto del contendere: secondo Basentini, il comune retto dalla sindaca Cecilia Francese sapeva che ci sarebbe stata la scissione della prima coop con la nascita della seconda che avrebbe preso le redini di Villa Maria. Il comune, però, ha ritenuto “Don Uva Domus” un soggetto estraneo e dunque ha proceduto con la revoca dell’affidamento.
Il ricorso al Tar di Basentini, infine, ha congelato il tutto in attesa di ulteriori decisioni. Da capire dove sia la verità, ma su questo si esprimeranno i giudici. In ogni caso e qualsiasi cosa si decida, a pagare le conseguenze peggiori sono gli anziani, i loro familiari e alcuni dipendenti.
Per i primi c’è stata la richiesta di trasferimento ma i secondi non hanno acconsentito e ad oggi sono sei gli ospiti che resistono strenuamente. Per quanto riguarda i dipendenti, molti sono stati licenziati e qualcuno di loro ha già avuto il coraggio di denunciare la cosa ai nostri microfoni.
Il licenziamento in tronco è solo una parte della negativa situazione in cui gli ormai ex operatori di Villa Maria vivono. All’appello, infatti, mancano varie mensilità. Una situazione tutt’altro che tranquilla in quel di Battapaglia e che è destinata ad avere nuovi capitoli di una storia infinita.