Il 2024 che sta per chiudersi è stato un anno con numerosi morti sulle strade salernitane.
A fare le maggiori vittime sono state l’Autostrada del Mediterraneo e la strada statale 18, ma tragedie si sono registrate anche nei tratti interni.
Sembrano copioni già scritti: l’alta velocità o la distrazione, strade non sicure e traffico paiono essere le principali motivazioni, ma le cifre sono troppo alte per parlare di tragiche causalità.
Sulle strade salernitane la sicurezza è il primo elemento sul quale intervenire. Una maggiore consapevolezza alla guida sarebbe di certo importante e fondamentale, ma sono tanti gli aspetti che portano ai tragici bilanci, alle morti a cui si è fin troppo abituati.
Spesso i notiziari si sono riempiti di nomi, di date, di volti, di auto accartocciate e distrutte, poi il silenzio, le lacrime, i funerali, le parole di cordoglio. Un mesto rituale fino alla prossima tragedia, e poi il circolo vizioso ricomincia.
Quanti appelli sono stati scritti, quante parole sono state dette, tanti gli interventi di amministratori, sacerdoti, associazioni, cittadini, ma poi tutto ricomincia e quel dolore, quei moniti vengono dimenticati oppure riproposti.
Tante le vittime, si diceva, fare un elenco è inutile, così come enumerarle, ma analizzarle si può. Giovani, giovanissimi, adulti, anziani: tutte le fasce d’età vengono colpite da queste tragedie.
Come la falce di manzoniana memoria che recide tutti i fili d’erba senza distinzione alcuna. Le strade salernitane continueranno a essere contrassegnate da mute lapidi, silenti ricordi di ciò che è stato, esempi da non dimenticare.
Volti, sorrisi, donne e uomini che non ci sono più perché strappati alla vita da un attimo, da una frazione di secondo.