Nell’ambito dei normali controlli per il contrasto del gioco illegale, i Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito una serie di interventi presso circoli
ricreativi e bar dell’Area cilentana e del capoluogo.
Anche in questo periodo di emergenza epidemiologica, infatti, non mancano gli avventori delle sale gioco, esercizi che dovrebbero rimanere chiusi, in base alle disposizioni
per il contenimento del COVID-19. Peraltro, anche nei locali pubblici che pure potrebbero rimanere aperti è in ogni caso interdetto l’accesso alle aree “gaming”.
Una settimana fa, in una caffetteria nella periferia di Salerno, sono stati invece rinvenuti e sequestrati tre “totem”, terminali che − in modo del tutto abusivo − consentivano
la partecipazione ad una vasta platea di giochi online (tra cui i classici black jack e roulette).
Altre anomalie sono state riscontrate in quattro esercizi commerciali di Battipaglia, Eboli e Teggiano, dove i militari hanno scoperto 28 apparecchi da gioco con vincita in denaro,
i ccdd. “AWP” (Amusement With Prize) o “new slot”, non collegati alla rete dei Monopoli e sprovvisti di ogni autorizzazione amministrativa.
Uno dei proprietari è peraltro recidivo; qualche giorno prima, gli erano state già sequestrate 10 slot machine illegali. Per recuperare la “perdita”, ne aveva subito installate
un’altra decina, sempre prive delle prescritte licenze. Anche su queste sono stati apposti i sigilli delle Fiamme Gialle di Salerno, per impedirne l’ulteriore utilizzo.
La connessione telematica tramite i concessionari di Stato − in assenza della quale le apparecchiature sono illegali − non solo consente la quantificazione delle giocate, sulle
quali calcolare lo specifico prelievo erariale (il cd. PREU), ma soprattutto impedisce eventuali alterazioni “al ribasso” della percentuale minima da restituire ai clienti sul
totale delle somme nel complesso incassate (il cd. “pay out”), attualmente fissata al 74% per ogni ciclo di 140 mila partite.
Per gli esercenti verbalizzati dai Finanzieri si profila ora una doppia sanzione amministrativa. La prima, con il pagamento da un minimo di 5.000 ad un massimo di
50.000 euro per ciascun apparecchio da intrattenimento non a norma; la seconda, per la mancata osservanza dell’obbligo di sospensione imposto dal DPCM del 14 gennaio u.s.,
in relazione alla quale ciascuno di loro dovrà corrispondere almeno 400 euro (a meno che non acceda alla definizione agevolata entro 5 giorni, con la riduzione del 30% dell’importo
da pagare).
comunicato stampa