Arriva dal Consiglio di Stato il via libera alla realizzazione di un impianto di recupero e smaltimento di materiali ferrosi e non in via Irno.
I giudici, infatti, hanno accolto l’appello di Ecosider rigettando i ricorsi dei Comuni di Pontecagnano Faiano e Giffoni Valle Piana e delle aziende Cafè Santa Cruz e D&D, che avevano vinto il primo round al Tar di Salerno. La sentenza ha smontato punto per punto le tesi addotte dai ricorrenti, dichiarando in primis innammisibile l’intervento dell’Asis, che aveva segnalato la presenza di una condotta idrica nell’area che sarebbe stata messa a rischio dai lavori per la realizzazione del sito.
Un intervento nel procedimento non accolto dal Consiglio di Stato, che ha sottolineato che l’Asis avrebbe dovuto impugnare direttamente gli atti in quanto «titolare di una posizione che consentirebbe il ricorso in proprio». «Non avendolo fatto – si legge nella sentenza – non può ora riproporre le sue asserite ragioni nella qualità di interveniente». Stesso discorso per quel che concerne il mancato assoggettamento alla Valutazione di Impatto Ambientale da parte della Regione: una scelta discrezionale nei confronti della quale i riccorenti non hanno opposto criteri scientifici che dimostrassero «l’esistenza di criticità del progetto».
Bocciata anche la tesi secondo cui la procedura per l’autorizzazione doveva coinvolgere anche il Comune di Giffoni Valle Piana. Secondo i giudici del Consiglio di Stato, infatti, Giffoni non andava coinvolto in quanto interessato dal progetto solo dal punto di vista della viablità e quindi in modo indiretto. Un pronunciamento che non lascia particolari margini interpreatativi e salutata positivamente dagli avvocati Dario Gioia e Federico Maggio, difensori della Ecosider, che hanno espresso «grande soddisfazione per l’accoglimento dell’appello che consente, finalmente, la realizzazione dell’impianto, assolutamente compatibile con il profilo ambientale». Di diverso parere il sindaco, Giuseppe Lanzara, che lo scorso marzo ha presentato un esposto presso la Procura della Repubblica affinché vengano valutate una serie di anomalie progettuali. «La sentenza – sottolinea il primo cittadino – ci appare carente, che affronta solo alcune tematiche, ma che ne omette altre a dir poco fondamentali: la presenza di un pozzo artesiano e la condotta ad esso sottostante. Confidiamo che essa venga rivalutata e pertanto valutiamo di adire la Corte di Giustizia affinchè riconosca i vizi contenuti nella sentenza medesima».
Sul tema è intervenuto anche il Comitato per il Territorio: «Da tre anni il dibattito in una città come Pontecagnano Faiano, che potrebbe essere volano di sviluppo per l’intera provincia e attrattrice di nuovi investimenti, verte solo ed esclusivamente sul tema rifiuti. È arrivato il momento di cambiare registro se vogliamo davvero restituire centralità e prestigio alla nostra città».
Le opposizioni annunciano battaglia.
A lanciarsi all’attacco del sindaco i consiglieri di minoranza Gianfranco Ferro, Isabella Mangino, Angelo Mazza, Francesco Pastore e Raffaele Silvestri: «La sentenza a favore di Ecosider – affermano – è il risultato dell’incompetenza e dall’improvvisazione del primo cittadino. Una sconfitta preannunciata che è la dimostrazione di quanto Lanzara sia stato sprovveduto nel dichiararsi prima favorevole al sito e poi mettendo in atto un repentino cambio di posizione ma solo di facciata. Altrettanto assurda è la posizione dell’Asis, che nel suo Cda vanta la presenza di una consigliera comunale peraltro cognata del sindaco. Un teatrino ridicolo nel quale non reciteremo il ruolo degli spettatori inconsapevoli. La difesa di Lanzara, compreso l’esposto in Procura presentato a marzo, è completamente artefatta e priva di reali appigli, come sottolineato anche dal Consiglio di Stato. Nei prossimi giorni faremo richiesta di visionare gli atti relativi al ricorso presentato dinnanzi al Tar per approfondire ogni aspetto di questa vergognosa vicenda». Duro anche il commento di Federico Marra, coordinatore cittadino di Sinistra Italiana: «Una pessima notizia quella della sentenza del Consiglio di Stato a favore di Ecosider. Bisogna continuare la battaglia sia sociale che istituzionale per evitare la realizzazione di questo insediamento assolutamente incompatibile col contesto urbano ed economico del nostro territorio, alla pari dell’impianto di compostaggio che il Comune vuole realizzare». Il Movimento Cinque Stelle, invece, chiede le dimissioni dal Cda di Asis della consigliera comunale Gerarda Sica. L’Asis, che aveva contestato ad Ecosider la presenza di una condotta nel terreno individuato per la realizzazione dell’impianto, secondo il Consiglio di Stato avrebbe dovuto presentare infatti un ricorso in proprio e non intervenire nel procedimento avviato dai ricorrenti. «Chiediamo che il consigliere si dimetta – scrivono i pentastellati – perché lo stesso non è stato capace di dare le giuste linee di indirizzo all’ente controllato, di fatto non tutelando i diritti dei cittadini. Lo stesso consigliere, inoltre, ha accettato il suo incarico nel marzo 2019, periodo in cui si sarebbe potuto ancora fare qualcosa».