Sono 11 le persone rinviate a giudizio per patenti e porto d’armi facili nel Cilento. L’accusa è pesante, corruzione e falso nell’ambito dell’inchiesta, avviata lo scorso anno dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania. Il tutto sarebbe inerente ad un presunto accordo illegale fra medici certificatori per conto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e titolari di agenzie automobilistiche cilentane, per ottenere rilasci o rinnovi di patenti di guida e porto d’armi, attraverso false certificazioni d’idoneità psicofisica dei richiedenti. Secondo quanto emerso si va dai 90 ai 120 euro a pratica, questo sarebbe il costo per ottenere il certificato medico senza essere sottoposti ad alcuna visita, per un giro d’affari di decine di migliaia di euro in pochi mesi. La prima udienza del processo è il 25 maggio presso il Tribunale di Vallo, davanti al giudice Veronica Vertetti. Nel maggio del 2021 furono dunque 12 le misure cautelari applicate a seguito dell’operazione eseguita dai carabinieri della Compagnia di Agropoli, supportati dalle Compagnie di Battipaglia e Vallo della Lucania, a carico di altrettante persone residenti nei comuni di Agropoli, Vallo della Lucania, Pollica, Torchiara, Trentinara, Capaccio Paestum, Giungano e Laureana Cilento. Di questi si è chiusa invece con una condanna a 2 anni e 9 mesi per falso e l’assoluzione dall’accusa di corruzione, il processo con rito abbreviato che ha visto imputato un colonnello medico dell’Esercito, originario di Cuccaro Vetere, con studio nel Cilento e residente a Roma.