Dopo l’incendio alle ecoballe stoccate a Persano, i risultati che arrivano da parte di Arpac paiono sorprendenti.
Secondo l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, infatti, i limiti sono nella norma. I primi dati, relativi alle concentrazioni di ossidi di azoto, benzene, particolato PM10 e PM 2.5, monossido di carbonio e idrogeno solforato, non evidenziano criticità, non risultando superati i limiti orari.
Sono al momento attivi due campionatori per il monitoraggio di particolato, diossine e furani dispersi in atmosfera, situati all’interno del comprensorio militare di Persano e in località Borgo Carillia. Nella mattinata di ieri i primi campioni, riferiti al primo ciclo di monitoraggio avviato nella notte tra il 30 e il 31 luglio.
L’Agenza, poi, ha predisposto per i prossimi giorni delle campionature di terreno lungo la direttrice della corrente del vento.
Il denso fumo nero sprigionato dall’ammasso di rifiuti in fiamme è arrivato fino al territorio di Capaccio Paestum rilasciando nell’aria e nel suolo sostanze che non sono di certo un toccasana tanto per l’uomo quanto per gli animali d’allevamento. Per fare ciò, però, si attende che le fiamme siano del tutto estinte, cosa che al momento pare lontana nel tempo dato che c’è ancora del fumo.
Sulla vicenda, si esprime anche il Consorzio nazionale dei rifiuti dei beni in polietilene, il Polieco: «la strana coincidenza temporale tra la decisione di spostare le ecoballe e le fiamme – si legge in una nota – è adesso al vaglio della Procura di Salerno chiamata a fare chiarezza sulla natura dell’incendio che sta, in queste ore, destando grande preoccupazione nelle popolazioni dell’area di Persano».
Nel frattempo, la situazione viene tenuta sotto controllo dalle autorità, ma la paura negli abitanti è ancora molto alta.