Capaccio Paestum è in predissesto: l’attacco di Emanuele Sica
I numeri non mentono e quelli riportati nel Rendiconto di Esercizio 2023 e nella relativa relazione dell’Organo di Revisione confermano, in modo definitivo, la grave crisi in cui versa il Comune di Capaccio Paestum, sancita da un disavanzo che ammonta ormai a 41ML di € e che sta portando l’ente verso il sempre più probabile dissesto di bilancio.
Un dato che rivela quanto superficiale, arrogante ed irresponsabile sia stata la gestione finanziaria di questi anni, il cui primo segnale era arrivato già con il disavanzo di 8.5ML di € del Rendiconto 2022, che l’amministrazione, tuttavia, non solo non è stata capace di ripianare, ma l’ha addirittura quintuplicato, ed in un solo anno, per giunta! Davvero un record!
Una gestione scellerata che trova ulteriore conferma nel ritardo di quasi 4 mesi, rispetto alla scadenza del 30 Aprile, con cui si è proceduto ad approvare, solo nell’ultimo Consiglio comunale del 09 agosto scorso, il Rendiconto 2023, nonostante i moniti e le raccomandazione che da più parti sollecitavano ad adottare con urgenza ogni misura possibile per arginare la crisi in atto.
Così come grave è da ritenersi la mancata, tempestiva comunicazione al Consiglio comunale dei rilievi sulla gestione finanziaria dell’ente da parte della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti, formulati con istruttoria assunta al protocollo in data 16 Febbraio, ma di cui l’amministrazione, colpevolmente, ha continuato a non dar conto, né a far cenno in tutte le successive sedute consiliari e di cui si è avuta notizia solo a fine luglio 2024.
Forse sarà solo una fortuita coincidenza, ma, dalla sequenza temporale con cui si sono svolti i fatti, sia il ritardo nell’approvazione del Rendiconto 2023 che la mancata comunicazione dei rilievi della Corte sembrano piuttosto scelte studiate ad arte, facenti parte di una strategia più ampia finalizzata a posticipare la notizia dell’ingente disavanzo e del relativo rischio di dissesto a dopo le elezioni amministrative del 09 e 10 giugno, al fine di evitare possibili ricadute negative sul risultato delle urne.
Un modus operandi che è ormai un tratto distintivo di questa amministrazione, che non si è smentita nemmeno nell’ultimo Consiglio del 09 Agosto, in cui ha tentato, in modo maldestro, di sminuire la portata della crisi, cercando di derubricare il pesante passivo a “disavanzo tecnico” causato da una cattiva gestione dei residui, ascrivibile, a suo dire, in larga misura alle amministrazioni passate.
Peccato, però, che la relazione al Rendiconto 2023 dell’Organo di Revisione dimostri, in modo chiaro ed incontestabile, il netto contrario, rivelando come ben 58 degli 2 81ML dell’ammontare complessivo dei residui attivi e 36 dei 41ML di residui passivi siano stati generati dall’amministrazione Alfieri nel quadriennio 2020/2023.
Così come attesta quanto sia stato fuori controllo e oltre ogni limite previsto per legge il ricorso, in questi anni, a sempre maggiori anticipazioni di tesoreria, senza che questo riuscisse, tuttavia, a garantire il tempestivo pagamento delle somme dovute per somministrazioni, forniture ed appalti, riportando un ritardo medio nei pagamenti di quasi 112 giorni e l’accumulo, nel solo 2023, di un importo complessivo per debiti commerciali residui di circa 15,5ML di €.
Allo stesso modo, impietoso è il giudizio sulla gestione del Fondo Perdite Aziende e
Società Partecipate con annesso rilievo della Corte sul mancato accantonamento delle risorse necessarie a ripianare le perdite riportate, tra le altre, dal Consorzio di Bacino SA2, e sul Fondo Anticipazione Liquidita, la cui quota non rimborsata ammonta ad oggi a quasi 12ML di € e per la quale l’Ente non ha nemmeno provveduto ad indicare le modalità di copertura delle spese che intende adottare per il rimborso della quota di capitale dell’anticipazione.
Come allarmante è, infine, il dato sull’indebitamento per l’accensione di nuovi mutui, che ha raggiunto, in soli 5 anni di cura Alfieri, la cifra di 52ML di €.
I numeri non mentono, dunque, ma descrivono con chiarezza la grave situazione
finanziaria in cui versa l’ente e definiscono, in modo inequivocabile, cause e
responsabilità dell’enorme disavanzo di gestione di 41ML di €, così come spiegano
l’urgenza delle raccomandazioni puntuali formulate dall’Organo di Revisione a
chiusura della Relazione sul Rendiconto 2023, in cui, tra le altre cose, invitano
l’amministrazione ad adottare ogni misura possibile per fronteggiare le gravi criticità rilevate e segnalate, ma soprattutto ad avviare senza ulteriori indugi la procedura di Riequilibrio Finanziario Pluriennale prevista dall’art. 243 bis del TUEL.
Raccomandazioni che, ancora una volta, sembrano cadere nel vuoto alla luce del fatto che l’amministrazione, anche nell’ultima assise consiliare, con la consueta,
disarmante superficialità si è limitata a “dare atto del non permanere degli equilibri
generali di bilancio per effetto dell’impatto del disavanzo di amministrazione
risultante dal rendiconto della gestione 2023 e che, non essendo in condizioni di
ripianare il disavanzo utilizzando le regolari misure previste dall’art. 188 del TUEL, con successivo separato provvedimento, genericamente aderirà alla procedura di
riequilibrio finanziario pluriennale”, senza spiegare con maggiore dettaglio, né
prevedere in concreto con quali tempistiche, modalità e misure intenda procedere,
ignorando, di fatto, ogni monito e prescrizione della Corte e dei Revisori all’urgenza