Home Cronaca Ss18, la lunga scia di sangue

Ss18, la lunga scia di sangue

Fatalità, combinazione del caso, alta velocità, pioggia: tante le motivazioni ma unico il contesto e cioè la maledetta Ss18.

Nel solo 2024 sono otto le vittime di quell’asfalto, ormai intriso di sangue, bilancio che arriva a dieci se si contano anche due investimenti. Impossibile da dimenticare è la vicenda del giovane battipagliese Mattia Di Vece, calciatore.

Dopo il sinistro dello scorso aprile, il suo cuore ha smesso di battere nel luglio scorso in ospedale dove è stato ricoverato tra la vita e la morte. Andando a ritroso, il 14 luglio il centauro Antonio Cicalese di Eboli morì dopo un altro tragico impatto ancora a Capaccio Paestum. A giugno si scontrarono frontalmente due auto, una Opel e una Fiat Panda.

Persero la vita in tre: la coppia ultraottantenne di Boscoreale Ferdinando Avino e Emma Falanga e l’83enne foggiano Nicola Casafina.

Il tratto è contrassegnato anche dall’alta presenza di stranieri che lo attraversano in sella a bici elettriche ed anche qui la situazione è di morte. Sono due le vittime.

A marzo e il primo giorno del 2024. La lunga scia di sangue, ovviamente, fortifica la tesi di molti utenti e cioè quella di una effettiva pericolosità della Strada Statale 18, disseminata di muti fiori e silenti lapidi. Gli incidenti non gravi, invece, non si contano.

Tante le richieste, come quella di attivare autovelox o di installare dissuasori. Il primo aspetto è effettivamente in essere, sia con rilevatori di velovità fissi che mobili mentre con l’installazione di dossi o altri tipi di strategia di dissuasione alla velocità non si può procedere in quanto trattasi di strada a scorrimento veloce e tali installazioni potrebbero essere un pericolo per i mezzi di soccorso.

Insomma, l’unica soluzione è mantenere bassa la velocità di crociera e non effettuare sorpassi dove non possibile.