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Agropoli, navetta inaccessibile ai disabili

La città di Agropoli si dimostra ancora una volta poco attenta, volendo utilizzare un eufemismo, ai disabili.

Nella serata di ieri, venerdì 28 giugno, è partito il servizio “Agropoli in Tour”: due navette che collegano borgo antico e periferie, centro cittadino ed altri luoghi. Un qualcosa di sicuramente importante, soprattutto perché gratuito e funzionante nei mesi estivi, dunque a totale disposizione dei turisti, un servizio in più per chi vuole visitare la città.

Il problema è che le due navette, gestite dall’Agropoli Cilento Servizi, non sono accessibili ai disabili essendo sprovviste dei dovuti accorgimenti previsti dalla normativa e cioè una rampa o una pedana di sollevamento per coloro i quali sono costretti su una sedia a rotelle. Questa emergenza era già stata sottolineata nello scorso mese di dicembre, quando l’ente guidato da Roberto Antonio Mutalipassi aveva attivato il medesimo servizio in occasione delle festività natalizie.

L’attivista Christian Durso aveva tentato di accedere alla navetta, ma rimase a terra per i motivi di cui sopra. Venne fatta una segnalazione alla Prefettura, ma a distanza di sei mesi nulla è cambiato e si cade nello stesso errore. Il comune si era giustificato dicendo che il servizio per i disabili viene previsto ma solo in determinati giorni e in determinati orari, il che relega il cittadino con difficoltà motorie a non poter godere di un suo diritto. La navetta è l’ulteriore conferma di uno stato delle cose che vede la città per niente inclusiva.

Le barriere architettoniche, si sa, sono una gravissima piaga sociale e mentre si stanno cercando delle soluzioni, grazie anche a fondi appositi e ai Pnrr, per abbatterle, ad Agropoli se ne sono create di nuove con i famosi attraversamenti pedonali rialzati ed ora, nuovamente, si esclude una parte di popolazione da un servizio pubblico. Un grave sgarbo, questo, per una città che dovrebbe fare del turismo e dell’accoglienza una sua priorità, ma che continua nell’errore.

Errare è umano, dice l’adagio, ma perseverare diventa diabolico.