Gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sulla riforma dell’autonomia differenziata.
Lo ha deciso la Corte di Cassazione, presso la quale erano stati depositati i plichi contenenti le firme con le quali si chiedeva l’indizione della consultazione popolare.
Il referendum potrebbe svolgersi già nel 2025. Nel frattempo, la Corte Costituzionale, il 3 dicembre, aveva dichiarato incostituzionali alcune disposizioni centrali della legge Calderoli, in particolare quelle relative al trasferimento di funzioni alle regioni e alla determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, i cosiddetti Lep.
La riforma non è stata bocciata in toto, ma il Parlamento dovrà intervenire per modificare le parti giudicate incostituzionali.
Se queste modifiche non venissero apportate, potrebbero sorgere difficoltà nell’attuazione della legge stessa.
La decisione della Cassazione ha quindi dato il via libera al referendum, ma il suo esito potrebbe dipendere dalle modifiche parlamentari che potrebbero alterare i contenuti originari della legge.
In caso di un sostanziale cambiamento della riforma, i quesiti referendari potrebbero essere riformulati.
Adesso, quindi, tutto torna nelle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama, sedi di Camera e Senato, dove alcuni cambiamenti alla riforma, come del resto ha detto la Corte Costituzionale, potrebbero rendere superato il referendum stesso.
La finestra in cui la tornata potrebbe tenersi è quella della prossima primavera, quindi tra maggio e giugno, insieme ad altre amministrative.
Da qui ad allora, tutto può ancora accadere, anche dal punto di vista di altri appuntamenti elettorali.