Home Attualità Battipaglia, fabbriche al posto dei beni tolti ai clan

Battipaglia, fabbriche al posto dei beni tolti ai clan

Municipio di Battipaglia

Tre sono le aziende che a Battipaglia, ordine del Consorzio Asi, dovrebbero tirare su altrettante fabbriche nei terreni confiscati alla camorra e assegnati al Comune di Battipaglia.

Frontiera stretta tra la zona industriale ed il rione Taverna Maratea: da sette anni c’ è un uliveto – 1.400 le piante estirpate dal cantiere del nuovo cimitero e messe a dimora in loco – coltivato da “Confagricoltura Salerno” in nome della concessione accordata al tempo da Gerlando Iorio , Ada Ferrara e Carlo Picone, commissari che amministrarono la città all’ indomani dello scioglimento del Consiglio e che ottennero dall’ Anbsc, l’ Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità, quei tre ettari di terreno sottratti all’ imprenditore battipagliese Antonio Campione . “Uliveto della legalità”: la tassativa missione sociale – d’ obbligo nella gestione dei beni confiscati – era dar luce ad una cooperativa di lavoratori svantaggiati che s’ occupasse dei 1.400 alberelli fino al 2035, anno in cui scadrà la concessione. Nelle scorse settimane c’è stato il colpo di scena: il Consorzio Asi, presieduto dal consigliere d’ opposizione Antonio Visconti ha accordato il nulla osta ai vertici della “Progress”, azienda dedita alla produzione di bobine in plastica per il trasporto della fibra ottica. Tar permettendo, ché la giunta guidata dalla sindaca Cecilia Francese ha dato mandato d’ impugnare il via libera ad occupare 6.663 di quei 28mila metri quadri. E non solo. La novità è che il Consorzio Asi vuole industrializzare l’ intero oliveto. I funzionari dell’ Ente pubblico economico salernitano, infatti, hanno fatto sapere al Comune che s’ impadroniranno pure dei restanti 2,13 ettari per consentire insediamento della “Omega Plastic”, che produce polimeri, e della “Riva”, che ha richiesto d’ acquisire da sola più di 10mila metri quadri per trasformare e sfilacciare cascami tessili. Da viale Verdi hanno fissato pure il prezzo di “recompra”: appena 4,38 euro al metro quadro. Il Consorzio Asi riacquisirebbe i quasi tre ettari alle spalle dell’ Istituto d’ istruzione superiore “Ferrari” in cambio di soli 122mila euro.