Ieri mattina, in un videocollegamento can i funzionari del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, i referenti della Prysmian Fos, la multinazionale proprietaria dell’impianto di Battipaglia ormai in dismissione dedito alla produzione di cavi in fibra ottica d’alta qualità, e i rappresentanti dei lavoratori hanno sottoscritto l’obbligato accordo per la cassa integrazione a zero ore, polverizzando il 25 per cento pattuito finora.
Oggi l’accordo passerà al vaglio dei tecnici della Regione Campania per gli adempimenti consequenziali: dopo l’ultimo step it piano sarà operativo. Gli effetti della nuova cassa integrazione si protrarranno per un anno: è il tempo necessario per vagliare la concretezza delle due offerte per l’acquisto dello stabilimento pervenute alla Prysmian e al ministero, una d’origine nipponica e l’altra avanzata da una misteriosa cordata italiana, nella speranza, sempre più flebile, d’un prosieguo delle attività in via Spineta. Altrimenti l’unica strada che per una parte dei malcapitati cassintegrati sarà il piano dei ricollocamenti.
Ci sono 209 posizioni aperte nelle varie aziende del gruppo. Negli animi delle maestranze la delusione è il sentimento imperante. I dipendenti battipagliesi della Prysmian si sentono traditi, ma non muore la voglia di vender cara la pelle: nelle prossime ore i 289 uomini della Fos potrebbero organizzare una protesta dinanzi alla sede salernitana di Confindustria.