Roberto Antonio Mutalipassi ha rinunciato all’incarico di revisore dei conti. Motivazione ufficiale è puramente politica.
Il Partito Democratico, e sembrerebbe che si sia addiritura scomodato il segretario provinciale Enzo Luciano, avrebbe chiesto al sindaco di Agropoli di fare un passo indietro. Il marchio che si porta addosso, quello di fedelissimo di Alfieri, sindaco e presidente della Provincia, e quello di sindaco dem è troppo grande. Arriva dunque l’invito a desistere e Mutalipassi non può far altro che seguire un’indicazione, cosa che sa fare benissimo. Ma è davvero così? Una realtà politica importante che è il Partito Democratico, attualmente alle prese con tegole molto importanti, può davvero interessarsi in maniera così pervicace ad un incarico di revisore dei conti?
Domande che nascono spontanee, alla luce soprattutto delle prese di posizione della sindaca Cecilia Francese che in consiglio ha più volte difeso la figura professionale di Mutalipassi sostenendo che quando si parla di eccellenze nel campo lavorativo, non ci sono confini territoriali o bandiere che tengano. Il Pd, evidentemente, la pensa molto diversamente: un professionista valido come Mutalipassi, essendo sindaco, non può fare il revisore dei conti. La nomina era legittima e nulla ostava, ma il dietro front è ugualmente arrivato. Ad una visione più ampia della questione, si potrebbe dire che le tante polemiche attorno alla decisione del comune battipagliese, in primis da parte della minoranza che vedeva nello straniero Mutalipassi una non giusta nomina, abbiano fatto muovere la direzione provinciale del partito, in un momento molto delicato per la politica cilentana.
In ogni caso, il gran rifiuto, siccome celestino V, c’è stato: dietro c’è la viltade di dantesca memoria o un altro, l’ennesimo, gioco politico? Il futuro potrà dare risposte.
