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Battipaglia, paziente covid positivo in ortopedia: “Rispettate le procedure”

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Non si è fatta attendere la replica del personale ospedaliero dopo la segnalazione di Fials relativa ad un paziente positivo al Covid 19 trasportato nel reparto di ortopedia dell’ospedale di Battipaglia in attesa dell’esito del tampone.
A chiarire la vicenda il delegato della Cisl Pasquale Solimeno.

LA NOTA INTEGRALE

Oggetto: applicazione protocolli operativi emergenza Covid PS di Battipaglia
In riferimento all’oggetto corre l’obbligo alla scrivente dover segnalare alcuni punti,
riguardo alla narrazione palesemente errata e fuorviante di fatti accaduti presso la struttura del
Presidio Ospedaliero di Battipaglia e relativi ad una paziente 89 enne con frattura del femore,
transitata dal Pronto Soccorso per essere poi trasferita e ricoverata nel reparto di ortopedia.
La ragione di tale riscontro si rende necessaria per due aspetti fondamentali:
1. Verificare se vi è stato il rispetto delle indicazione aziendali su fattispecie specifiche di
pazienti che necessitano di cure ed assistenza;
2. Constatare se l’operato dei professionisti sia stato deontologicamente e
professionalmente efficiente ed efficace nel dare il proprio contributo e nel mettere in
salvaguardia sia la paziente che tutti gli altri lavoratori interessati.
Prima di affrontare ed analizzare gli aspetti sopra indicati, vi è necessità di approfondire
come gli eventi si sono svolti nel concreto: la paziente giunge al P.S. il giorno 08/11/2020 dove
viene assistita per la frattura del femore fino al pomeriggio del 09/11, quando l’ortopedico di
guardia decide di ricoverare in reparto la paziente, poiché si era liberato un posto in isolamento
nel reparto di ortopedia.
Anche in questo caso, così come in altre decine di ricoveri precedenti, la qualcosa accade dal mese di marzo u.s., la paziente viene ricoverata in isolamento, con test siero-
immunologico negativo, in presenza di un quadro clinico completamente negativo, con la radiografia del torace negativa e la totale assenza di casi positivi o in quarantena nella famiglia
di appartenenza, ma dopo circa 30 minuti giunge il referto di positività al Covid-19 e la ortopedia
viene immediatamente allertata.
Ne deriva che la condotta sanitaria, come in casi analoghi, come in tutti i casi dall’inizio
della pandemia, è stata rispettosa delle linee guida emanate dalla Direzione Generale, recepite
dalla Direzione Sanitaria del DEA su disposizione del Sovrintendente Emergenza Covid, a cui si
rimanda per conferma sul corretto comportamento tenuto dal personale del Pronto Soccorso e
del reparto di ortopedia (cfr. disposizione prot. 97/COV del 03/06/2020 e disposizione Direzione
Sanitaria DEA Battipaglia/Eboli/Roccadaspide del 07/05/2020).
Spiace dover assistere ad una narrazione dei fatti, tanto più grave quanto sottoscritta da
una illustre e completa segreteria provinciale sindacale, purtroppo senza nome alcuno, forse
poiché in coscienza consapevole che quanto denunciato non corrisponde a vero, che
denigrando l’operato di lavoratori che quotidianamente per obbligo deontologico, professionale
e soprattutto morale, sia al Pronto Soccorso ma soprattutto nel reparto di ortopedia, hanno
mostrato coraggio e dedizione al lavoro, poiché hanno preso in carico senza alcun indugio, una
donna di circa 90 anni, con grave frattura del femore consapevoli che a quella età se non
trattata potrebbe risultare fatale per la sopravvivenza stessa della paziente e, come poi è
risultato essere, benchè asintomatica ma affetta da Covid.
Purtroppo come spesso accade in regime di emergenza, invece di stringersi a cerchio e
mostrare una sanità che con tutti i suoi limiti derivanti da anni di mancata e marcata
disattenzione politica e gestionale su tutto il settore, in un momento in cui inoltre le attività
sanitarie aumentano di numero e di complessità, gli infermieri e medici son sempre gli stessi e
sempre più anziani, in numero esiguo rispetto al fabbisogno ma ai quali si chiede sempre di più,
ci si perde in narrazioni false invece di costringere la direzione strategica ad un confronto sulla
riorganizzazione complessiva della filiera sanitaria e socio assistenziale.
Il giorno in cui i fatti sono accaduti in Area Covid del Pronto Soccorso di Battipaglia
c’erano contemporaneamente un paziente Covid positivo intubato, un paziente in arresto
cardiaco fortemente sospetto per positività, una gravida febbrile, nel mentre in sala sala visite
un politrauma in codice rosso, una paziente con infarto, un paziente con fibrillazione atriale, due
fratture di femore di cui una era quella in questione.
Il tutto gestito con tre infermieri, nel mentre è risaputo che il reparto ortopedia presenta
una grave carenza d’organico rispetto al fabbisogno sia di medici ma soprattutto di infermieri ed
operatori socio sanitari, i quali non riescono a coprire i turni sulle 24 ore, con continuo grave
demansionamento e dequalificazione professionale e senza che si riesca a fare attenzionare
alla direzione strategica aziendale sulla necessità di adeguare gli organici al fabbisogno
assistenziale.
Forse sarebbe opportuno che le organizzazioni sindacali mostrassero di avere un
progetto a tutela dei pazienti ma soprattutto per la messa in sicurezza di tutti gli operatori
sanitari e di tutta la comunità di riferimento, progettualità che qualora condivisa sarebbe più
forte ed incisiva.
Per tale semplice ragione rilanciamo alla Direzione Strategica Aziendale l’onere di
perseverare nell’opera di reclutamento straordinario di medici, infermieri, OSS e di tutti gli altri
operatori sanitari necessari, ma di non trascurare una omogena distribuzione del personale.
Rilanciamo l’ipotesi e di farlo ora e subito di riorganizzare tutta la filiera sanitaria,
individuando nella provincia di Salerno, tre/quattro ospedali COVID-FREE, esempio P.O. di
Nocera, stabilimento Ruggi dell’AOU e P.O. Vallo, che possano servire la Piana del Sele e
coprire tutte le macroaree, nel mentre riconvertire gli altri ospedali, già attivi e potenziandoli , in
ospedali che possano fare accoglienza ai pazienti affetti da COVID ma che presentano altri
quadri patologici su cui si deve intervenire a garanzia del diritto fondamentale alla salute sancito
dalla costituzione.
In tale progetto di razionalizzazione organizzativa, questi ospedali COVID-FREE
potranno continuare a funzionare, a dare una risposta concreta agli utenti con patologie non-
COVID, e gli altri di contro potranno dedicarsi ai pazienti COVID, ma in una presa in carico
globale e per intensità di cura differenziata.
Se non si agisce subito, mantenendo una generica e mancata differenziazione degli
ospedali, allora nessuna soluzione sarà praticabile, poiché la più grave carenza nella
definizione dei percorsi intraospedalieri, deriva dalle carenze strutturali dei presidi che non
permette soluzioni praticabili.
Oltre e senza ciò il caos impera inesorabilmente, l’epidemia dilaga e le cure e
l’assistenza universale scompare e muore!