Ma che fine ha fatto il Puc a Battipaglia?
Se lo chiedono in molti, soprattutto dopo quanto accaduto negli scorsi mesi quando il Piano Urbanistico Comunale era al centro delle discussioni politiche cittadine. Dapprima fu scelto l’architetto Nicola Vitolo per redarlo, poi al fine di approvarlo, si arrivò anche a cambiare il regolamento comunale, con tutti gli strascichi del caso. In seguito, il progetto è stato ritirato a causa di numerosi problemi riscontrati, poi si è riaperta la discussione coi cittadini, con le associazioni di categoria, con rappresentanti della società civile. La domanda che fa da incipit allo scritto questo punto sorge dunque spontanea.
Se il Puc era stato messo in un cassetto, in attesa di novità e aggiustamenti, vi è rimasto. Un cassetto che evidentemente da tempo non viene riaperto dato che il piano è sparito dalle comunicazioni ufficiali, dai discorsi degli amministratori e dai progetti di Palazzo di Città. La politica battipagliese e in particolare le minoranze ora attaccano l’ente guidato dalla sindaca Cecilia Francese chiedendo espressamente cosa sia accaduto al Puc e cosa si stia facendo. Lo stesso Vitolo sembra sparito dalla scena e non è ben chiaro se stia lavorando o meno alla redazione di esso. Se lo sta facendo, c’è da dire, sta agendo in gran segreto perché da Palazzo di Città non trapela nulla.
Nemmeno i più attenti e le voci più vicine ai palazzi sono informati sul destino di quello che potrebbe e dovrebbe essere il sentiero che porti Battipaglia nel futuro grazie alle attente linee guida che solo un Puc può dare. La città del futuro, tanto decantata, stenta a partire e le emergenze sono sotto gli occhi di tutti (sporcizia, mancata manutenzione, spazzatura), ma se da una parte si possono incolpare i cittadini incivili, da un’altra è pur vero che quando sembrava che finalmente ci fossero le giuste indicazioni il progetto si è arenato.
Insomma, dopo tanto parlare e dopo tante polemiche, del Puc non si è ancora fatto nulla mentre il tempo passa inesorabile. Basterebbe rimettersi a lavorare riaprendo quel cassetto. A trovarlo, però.