Una risposta per le lavoratrici domestiche impegnate nei servizi di cura di bambini, anziani e non autosufficienti: è quanto chiede la Cgil Campania. Secondo il rapporto annuale sul lavoro domestico elaborato dall’associazione Domina in collaborazione con la Fondazione Moressa (su elaborazione dati INPS e Istat) – spiega la CGIL Campania – i lavoratori domestici regolarmente assunti in Campania sono 48.137. Ancora secondo il rapporto, il 33% di questi vive in convivenza con il proprio datore di lavoro. Con l’avanzare dell’emergenza COVID-19, hanno perso non solo il lavoro ma anche un tetto.
“È necessario – chiede la CGIL – mettere in campo degli strumenti in grado di intercettare le condizioni di disagio e di dotare quanti vi sono ricaduti di un supporto, a cominciare dalla garanzia di un alloggio onde evitare il rischio che cadano nella marginalità”.
Le richieste sono quattro:
– Permettere alle famiglie di regolarizzare i lavoratori non comunitari già presenti in Italia senza permesso di soggiorno (o senza permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato), con un permesso di soggiorno temporaneo per assistenza alla persona in ambito domestico.
– Intervenire a favore della fedeltà fiscale e contributiva di quei lavoratori consentendo alla banca dati Inps sulle retribuzioni dei lavoratori domestici di dialogare con l’agenzia delle Entrate, per l’elaborazione di dichiarazioni precompilate.
– Concedere alle famiglie entro un reddito stabilito incentivi fiscali (quali la deduzione di una percentuale delle retribuzioni versate agli assistenti familiari alla persona e la deducibilità proporzionale dei contributi previdenziali da integrale a minima).
– Individuare ammortizzatori sociali e forme di sostegno reddituale ad hoc per le/i lavoratrici/ori del comparto.
Nella sola Provincia di Salerno è stato stimata la presenza di 10627 tra colf e badanti.