Home Cronaca Eboli, bimbo ucciso dal pitbull: due richieste di rinvio a giudizio

Eboli, bimbo ucciso dal pitbull: due richieste di rinvio a giudizio

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Ad Eboli chiesto il rinvio a giudizio per i proprietari del pitbull che un anno fa uccise il picollo Francesco Pio D’Amaro di appena 13 mesi.

Gaia Sabato e Fabio Fiorillo, proprietari del pitbull, sono accusati di concorso in omicidio colposo. A chiedere il rinvio a giudizio è stato il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Salerno Alessandro Di Vico e la decisione spetta gip Giovanni Rossi. Nel capo d’imputazione si legge che la “colpa generica” addebitata a Sabato e Fiorillo consiste in “negligenza ed imprudenza”. In particolare, la Procura contesta l’aver affidato la “temporanea custodia dei cani” alla madre del bambino, e agli zii, ritenuti “persone del tutto inidonee a occuparsi di cani così pericolosi e violenti”. Il sostituto procuratore Di Vico ravvisa inoltre una “colpa specifica” nell’omessa custodia dei due molossi, reato attualmente depenalizzato. Le persone offese identificate, che avranno la facoltà di costituirsi parte civile nel procedimento, sono Francesco Pio D’Amaro, padre del bimbo deceduto e omonimo, e Paola Ferrentino, madre della vittima. Dalle fonti di prova raccolte dalla Procura, che ha delegato le indagini ai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Eboli, emerge un dettaglio inquietante: la pericolosità dei due pitbull era già nota. Come si legge nelle annotazioni del pm Di Vico, “un mese prima, azzannandolo, avevano determinato il ferimento mortale di un altro cane, loro genitore”.