Sulla scorta di quanto accaduto lunedì scorsa in località Campolongo, e cioè l’aggressione di due cani che hanno ucciso il bambino di tredici mesi, si riaccendono i riflettori sulla questione litoranea di Eboli.
Ad alzare la voce, dopo evidentemente essersi accorti del problema, sono i consiglieri comunali del gruppo Uniti per il territorio, composto da Cosimo Massa, Sara Costantino e Vito Maratea. “La morte del piccolo è una tragedia terribile cha ha scosso la comunità ebolitana – dicono – la stampa locale e nazionale ha acceso i riflettori anche sul degrado e sull’assenza di legalità che si respira in quella frazione di Eboli. L’emergenza abitativa, la mancanza di servizi, la facilità con cui si elude, quasi puntualmente, qualunque regola del vivere civile, oltre che l’abitudine a delinquere indisturbati anche in pieno giorno con spaccio e prostituzione, restituiscono alla città e alla nazione la fotografia di un luogo che nulla ha a che vedere con le potenzialità naturalistiche e paesaggistiche che potrebbero essere espresse con poco sforzo».
Una premessa di certo condivisibile che è anche il pensiero della popolazione non solo di Eboli ma dell’intero comprensorio. I tre scrivono quindi al ministro degli interni Matteo Piantedosi per chiedere un intervento di risoluzione delle problematiche: “C’è bisogno dell’azione decisa dello Stato Centrale – scrivono – affinché la criminalità e il degrado vengano eliminati da Campolongo e si avvii la normalizzazione di una parte di territorio che sembra essere terra di nessuno e sulla quale non basta più l’attenzione delle forze dell’ordine e dell’amministrazione comunale, c’è bisogno, e ve lo chiediamo a gran voce, di una importante task force, se necessario anche con l’impiego dell’esercito, che ripristini la legalità”. Un modo, questo, per tenere alta l’attenzione su una criticità molto forte.