La Fos potrebbe essere salva.
Il condizionale è sempre d’obbligo, ma presso il Ministero del Made in Italy nella giornata di ieri c’è stata una riunione tra la proprietà e il famoso compratore che già da tempo aveva espresso il proprio interesse nell’investire sulla fabbrica battipagliese. Il dubbio che però era nell’aria nelle scorse settimane si è concretizzato presso il dicastero di Palazzo Piacentini.
L’acquirente, il gruppo Foresti. è la Jcoplastic e come si può ben capire dal nome non si occupa certo di fibre ottiche, campo in cui la Fos era specializzata e rappresentava una eccellenza in Italia e non solo. Nodo cruciale, quindi, sarà un processo di reindustrializzazione e cioè di modifica delle produzioni. Di conseguenza dovranno essere sostituiti anche i macchinari vari e dovrà essere fornita nuova formazione ai dipendenti, gli ormai noti, per loro sfortuna, circa trecento operai che da mesi vivono una difficilissima situazione tra cassa integrazione e licenziamenti.
Ci sono ancora tanti punti interrogativi, non lo si può negare, ma qualcosa finalmente inizia a muoversi e il punto fermo della trattativa è il reinserimento del personale nel nuovo piano che porterà la fabbrica, destinata ad essere ex Fos, a vivere una nuova vita con la produzione di materiali plastici. Soddisfatti i sindacati: “Guardiamo con attenzione al percorso presentato oggi per lo stabilimento Fos di Battipaglia – dicono Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil – è un primo passo che guarda al mantenimento della manifattura attraverso l’economia circolare, la giusta transizione, l’innovazione e gli investimenti, anche nelle professionalità e nelle competenze: punti centrali per un’industria del Mezzogiorno che guarda al futuro nazionale ed europeo”.
Al momento c’è ancora da lavorare e da affrontare alcune tappe che porteranno poi all’incontro finale tra le parti, quello che dovrebbe chiudere definitivamente, in modo positivo, la vicenda. Le prossime date cruciali sono il 4 luglio per la definizione del piano sociale con Prysmian, il 5 luglio per chiarimenti sul piano industriale con Prysmian e Jcoplastic, e infine il 9 luglio per un ulteriore incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. I nodi da sciogliere ci sono, ma almeno le nubi all’orizzonte si stanno dirandando.