Home Cronaca Morte all’Ikea, sindacati: “Non c’è rispetto!”

Morte all’Ikea, sindacati: “Non c’è rispetto!”

Dopo la tragedia avvenuta all’Ikea di Baronissi per la morte di un dipendente, causata da un malore e dunque non riconducibile all’attività lavorativa, intervengono le sigle sindacali.

Il punto denunciato è che l’attività commerciale non ha sospeso nemmeno per quella giornata le vendite. «Le Segreterie Provinciali di Filcams e Fisascat, congiuntamente alla Camera del Lavoro Cgil e alla UST Cisl di Salerno, oltre ad esprimere cordoglio e vicinanza alla famiglia di Pasquale Maddaloni, il cinquantasettenne che da più di dieci anni era addetto alla vigilanza nel Punto Vendita, non possono che condannare fermamente l’atteggiamento tenuto dal colosso svedese in questa occasione».

«Le RSA di negozio dopo aver appreso la notizia, hanno immediatamente chiesto di dare un segno tangibile di sensibilità per quanto accaduto decretando lo slittamento di un’ora dell’apertura al pubblico per la giornata di oggi, venerdì 8 settembre, in occasione dei funerali del collega. Ma ancora una volta Ikea dimostra di aver definitivamente cambiato pelle, negando la disponibilità a concedere quello che sarebbe stato un semplice gesto di umanità».

«Tale diniego da parte dei vertici del punto vendita – commentano i Segretari Generali di Filcams e Fisascat, Maria Rosaria Nappa e Pietro Contemi – lascia sbigottiti gli stessi lavoratori che hanno così avuto conferma, nel più triste dei modi e delle occasioni, di esser considerati un semplice numero anche per una delle aziende che più si vanta di avere a cuore i propri collaboratori. Non basta, non può bastare, che Ikea si auto assolva da ogni responsabilità (che tra l’altro in questo caso specifico nessuno ha mai pensato di addossarle) certificando di aver applicato perfettamente il protocollo di primo soccorso, quello che i lavoratori chiedevano era un gesto di umanità».

«E ciò che lascia maggiormente senza parole è la giustificazione addotta a tale diniego: non è possibile restare indifferenti all’affermazione per cui lo slittamento dell’apertura in segno di lutto e rispetto non è stato possibile perché non ci sarebbe stato il tempo di avvisare la clientela».

In un momento storico che si contraddistingue per registrare una quotidiana sequela di morti sul lavoro, rispetto alla quale l’indignazione appare unanime, non possono esserci un diverso grado di partecipazione e indignazione a seconda delle modalità con cui un lavoratore perda la vita durante il proprio turno di lavoro. Per le Organizzazioni Sindacali questo triste episodio rappresenta anche l’occasione persa di mettere, per una volta almeno, l’umanità del lavoro e la dignità delle persone davanti al fatturato.