Si è tenuto ieri sera l’incontro del sindaco, Giuseppe Lanzara, con i residenti di via Irno per discutere dell’impianto di stoccaggio che dovrebbe essere realizzato in zona.
Il primo cittadino, accompagnato dagli assessori Sica e Spina, ha spiegato la sua posizione in merito alla questione, che nei giorni scorsi ha registrato l’ok della Regione alla messa in opera del sito, avversato da cittadini ed opposizione.
La strada di un ricorso al Tar sembra quella più probabile.
L’OK DELLA REGIONE CAMPANIA
L’ok di Palazzo Santa Lucia (che sarà seguito da un decreto a stretto giro), rafforzato dai pareri favorevoli di Asl, Arpac e Ato Sele, è arrivato dopo il “no” del consiglio comunale, che giovedì sera all’unanimità ha votato per chiedere la Valutazione di Impatto Ambientale e per dichiarare la netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di realizzazione di impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti in via Irno “anche in virtù della presenza in zona di aziende leader dell’industria agroalimentare”. Una presa di posizione portata sul tavolo della riunione dal sindaco, Giuseppe Lanzara, che, una volta messa agli atti, è stata respinta dal presidente della conferenza dei servizi: “Le mozioni politiche non possono essere prese in considerazione – si legge – perché inconferenti con l’oggetto del procedimento”. Ad essere stati accolti, però, sono stati i rilievi mossi dai tecnici comunali sul fronte della viabilità e dei rifiuti da conferire per rendere meno impattante il sito: sul primo la società si è impegnata ad utilizzare la strada che dall’uscita della A2 conduce a Sardone (evitando il passaggio dei camion nel centro cittadino) e a realizzare una rotatoria all’ingresso del sito; sul secondo, invece, l’emissario della Ecosider ha dichiarato “la rinuncia alla messa in riserva dei rifiuti classificati come pericolosi”. A ciò si aggiungono “interventi di mitigazione ambientale” quali una barriera perimetrale a verde, una barriera antirumori ed una serie di coperture. Il tutto a fronte di una conformità urbanistica che non può essere negata: il sito, infatti, ricade in un’area industriale (D2) riconosciuta dal Piano Regolatore vigente, risalente al 1988.