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Pronto soccorso, più sicurezza in corsia

I fatti di Foggia con le aggressioni nel pronto soccorso dell’ospedale ai danni di infermieri e medici, riaccendono l’attenzione in materia.

Nei giorni scorsi, un episodio simile si è consumato ad Eboli dove un’operatrice sanitaria è stata aggredita da un paziente, ma di problemi del genere se ne contano in tutti i nosocomi italiani.

Una situazione che sta diventando esplosiva e che viene determinata anche da una sanità di certo non adeguata a soddisfare l’alta richiesta di cure. Da qui, c’è una presa di posizione molto forte del governo centrale.

Negli ospedali, già a partire da qualche settimana, sono attivi dei presidi di polizia di stato che vanno a garantire maggior sicurezza insieme alle guardia giurate. Ma questa iniziativa non basta e da parte di Fratelli d’Italia, partito di governo, arriva un’ulteriore proposta.

Chi aggredisce gli operatori socio-sanitari potrebbe vedersi non garantito il diritto di ricevere cure gratuite come sancito dalla Costituzione. Una sorta di Daspo della durata di tre anni per chi usa violenza all’interno delle strutture ospedaliere. Si tratta di un’idea ancora allo studio e lontana da approdare nelle aule parlamentari ma se ne discute e potrebbe già essere inserita nelle prossime agende.

La presenza di forze dell’ordine in corsia, però, non è ancora una certezza in tutte le strutture ospedaliere dove sono attivi i servizi di sicurezza interni. In fin dei conti, quella della sanità è una gravissima emergenza del Bel Paese che si ripercuote esattamente sulle comunità e sugli ospedali di provincia, dove i problemi sono ancor più amplificati, come è effettivamente palese sotto numerosi punti di vista.