Home Speciali (R)ESISTO, Rigopiano a 8 anni dalla strage

(R)ESISTO, Rigopiano a 8 anni dalla strage

Hotel Rigopiano, Valva ricorda Stefano Feniello, il papà –“Mio figlio ucciso a Rigopiano, voglio giustizia”.

Valva (Sa). Chiede giustizia Alessio Feniello, il papà di Stefano, il giovane 28enne originario di Valva, deceduto sotto le macerie dell’hotel Rigopiano in Abruzzo.

A otto anni dalla tragedia che il 18 gennaio del 2017 vide una slavina staccarsi dal monte Gran Grasso e travolgere e far crollare l’hotel Rigopiano di Farindola, nel quale persero la vita 29 persone, tra clienti e dipendenti, e altre 11 furono estratte vivere dalle macerie, la città natia di Feniello, come ogni anno, ha ricordato il suo Stefano con una santa messa che si è tenuta nella chiesa di San Giacomo Apostolo.
In silenzio, la comunità di Valva si è ritrovata in preghiera, stringendosi intorno ai genitori del 28enne, papà Alessio e mamma Maria.

Rigopiano però, non è soltanto una tragedia ma è anche una storia di cronaca che racconta di omissioni, ritardi e responsabilità di rappresentati delle Istituzioni, come accertato anche nel procedimento giudiziario che ha visto a dicembre scorso, la Corte di Cassazione confermare le condanne per l’ex prefetto di Pescara e per il titolare del resort, e rimettere alla Corte d’Appello le posizioni di dirigenti della Regione Abruzzo e l’ex sindaco di Farindola, tutti assolti in primo e secondo grado, e mandare a processo i tecnici e funzionari di Provincia e un tecnico del Comune. Sentenza degli ermellini che ha soddisfatto solo in parte le richieste dei parenti delle vittime che chiedono la condanna dei responsabili.

Intanto però, nei giorni scorsi è emerso un altro particolare agghiacciante, l’ex maresciallo dei carabinieri forestali della stazione di Farindola, sarebbe indagato con l’accusa di furto per essersi appropriato di un tavolo dell’hotel Rigopiano che si trovava in una zona sottoposta a sequestro dalla magistratura e della quale era responsabile lo stesso indagato. Una storia quest’ultima che ancora una volta, sembra essere l’ennesima beffa alla memoria delle vittime di quella tragedia.
(Mariateresa Conte)