Il rogo dei rifiuti stoccati a Persano preoccupa, in particolare per quanto riguarda la salute pubblica e i pericoli per la popolazione residente.
Arpac, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, ha ufficializzato alcuni risultati dai rilievi di acqua e aria, ma c’è chi non è soddisfatto e ha agito di sua sponte. Il comune di Serre, guidato dal sindaco Antonio Opramolla, ha incaricato un centro di analisi privato di effetuare dei prelievi.
L’attenzione dei tecnici si è soffermata sui terreni e sugli ortaggi, escludendo aria e acqua, elementi presi invece in considerazione da Arpac, perché ritenute “matrici dinamiche” e quindi in continua evoluzione. Erano ricercati inquinanti quali diossine, furani, idrocarburi, metalli pesanti e policlorobifenili. Dal centro analisi, arrivano buone notizie.
“I risultati analitici ottenuti, in linea con le favorevoli condizioni meteo avutesi durante l’incendio, non mostrano presenza quantificabile di inquinanti persistenti. In merito ai metalli, i dati ottenuti sono tutti inferiori ai limiti normativi”.
Tira un sospiro di sollievo l’ente comunale: “Dall’esito delle analisi emerge, dunque, un quadro rassicurante: i parametri esaminati non presentano particolari criticità. Questa notizia ci solleva permettendoci di guardare al futuro con maggiore tranquillità e ottimismo”.
Non c’è però da ritenere terminata l’emergenza: “È un segnale positivo – scrive Opramolla – ma continueremo a monitorare la situazione per garantire la tutela della salute pubblica e dell’ambiente”. Gli enti comunali, quindi, superano Arpac e fanno da sé sulla vicenda.
Nel frattempo, dopo la dura presa di posizione dell’Associazione Sindacale Professionisti Militari, la stessa associazione ha dovuto fare un passo indietro dato che l’Esercito aveva già fornito le dichiarazioni richieste.
“Possiamo correggere le informazioni rese – scrivono – tranquillizzando i nostri colleghi in particolare sull’attenzione posta alla salute dei militari in stanza Persano. Abbiamo diffuso una comunicazione errata e di questo – chiosano – ci scusiamo”.