Nota stampa inviata da “Rsu di Alba Srl”, la società partecipata del Comune di Battipaglia, impegnata nel ciclo della raccolta dei rifiuti in città: “Un clima a dir poco ostile circonda le maestranze di Alba, invisi dalla popolazione e istigati da una classe politica che sembra avere come unico obiettivo mettere fine alla vita della società partecipata. Basti pensare che, a fronte di alcuni consigli comunali, in cui si decideva il destino di Alba, a “proteggere” la sede del Comune sono stati chiamati 500 agenti fra poliziotti e carabinieri, manco al cospetto dell’assise cittadina ci fosse una schiera di malavitosi. Invece, ad assistere, c’erano 100 dipendenti, preoccupati di avere un futuro lavorativo per le proprie famiglie. Una situazione di disagio, insicurezza, dissidi, confronti serrati, stati d’animo esasperati, ecco cosa stanno vivendo i dipendenti di Alba in questi giorni, ad ogni modo ligi, come sempre, al proprio dovere. E le provocazioni non sono mancate: prima del Consiglio Comunale di lunedì 10 febbraio, un cittadino si è scagliato contro i dipendenti di Alba e l’episodio è stato sedato dalle forze dell’ordine, ma potrebbe ripetersi in qualsiasi frangente, anche durante l’orario di lavoro e non è giusto che ciò accada. Forse era questa la situazione che qualcuno voleva, a discapito di un solo obiettivo: mettere il fine vita ad Alba, nonostante bilanci attivi, trend positivi e piano industriale rassicuranti. Non basta. Ipotetici e mai verificati “obblighi di legge” sono il proclama dell’Amministrazione Comunale, a cui abbinano pareri contrari di tecnici, funzionari e revisori. Ecco lo scudo in cui tutti hanno cercato riparo. Poco importa l’impegno delle maestranze di Alba, il lavoro dell’Amministratore e le prospettive di risanamento messe in atto. Di fronte a tale ostracismo, è arrivato il momento di dire BASTA, riportare a galla la verità e non scaricare sulle spalle dei dipendenti colpe assolutamente di altri, unitamente ad una insipienza della politica che fa leva su tecnicismi e normative inesistenti, senza ammettere che non sa e/o può decidere, anche perché avvolta da divisioni e spartenze al proprio interno”.