Nessuna truffa, nessun arricchimento illecito, nessuna condotta fraudolenta: è quanto ha stabilito il Tribunale del Riesame di Salerno, che ha annullato il sequestro preventivo da 170.570 euro disposto nei confronti dell’imprenditore agricolo Antonino Cascone nell’ambito del procedimento sulla OP Alma Seges.
Accogliendo l’istanza dell’avvocato Ciro Vicidomini, il collegio ha escluso la sussistenza del reato contestato – truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche – evidenziando che i prodotti conferiti da Cascone all’Organizzazione di Produttori erano effettivamente reali e transitati nei magazzini, come anche ammesso dallo stesso GIP.
Nessuna operazione “cartolare”, nessuna triangolazione fittizia, nessun beneficio economico indebito. “La verità è venuta a galla – ha commentato l’avvocato Vicidomini –. Cascone ha sempre agito in piena trasparenza e legalità.
L’annullamento del sequestro ristabilisce la sua correttezza e mette un punto fermo sulla sua totale estraneità ai fatti illeciti contestati ad altri”.
Il Riesame ha anche chiarito un nodo giuridico di rilievo: il valore dei conferimenti non può essere confuso con un profitto illecito, e in assenza di prove su un arricchimento diretto non è possibile applicare misure patrimoniali.
In sostanza, l’imprenditore non solo non ha commesso reati, ma non ha mai tratto vantaggi indebiti dai fondi europei oggetto di indagine. Una sentenza che, pur inserendosi in un’indagine complessa e ancora aperta, segna un precedente importante, ricordando che la responsabilità penale deve fondarsi su elementi concreti e individuali, e non può essere dedotta in via automatica dalla sola appartenenza a un’organizzazione collettiva.
Per Cascone si chiude così un capitolo delicato, con la piena restituzione delle somme sequestrate e il riconoscimento della propria estraneità ai fatti contestati.