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Sostenibilità, governance e nuove competenze, la formazione come chiave di volta per restare competitivi nel settore

Il settore della sostenibilità, già da qualche anno, si sta affermando come uno dei più promettenti per molti uomini e donne che aspirano a fare carriera, coniugando etica e aspirazioni professionali. 

Secondo l’ultimo Board Index 2025, aumentano in modo significativo le competenze ESG all’interno dei consigli di amministrazione italiani, insieme alla presenza femminile, sempre più rilevante nei ruoli decisionali. 

Una fotografia del Paese che sta cambiando la propria idea di leadership, un’azienda significa conoscere il linguaggio della sostenibilità, comprendere l’impatto ambientale delle scelte strategiche, saper orientare il business verso modelli responsabili.

Questa evoluzione non riguarda solo le grandi imprese quotate, ma l’intero tessuto produttivo. La transizione energetica, le pressioni regolatorie europee, la finanza sostenibile, gli obblighi di rendicontazione, tutto concorre a creare un mercato del lavoro dove serve sempre più chi sappia interpretare, misurare e governare la complessità ESG. 

Mentre le aziende riorganizzano funzioni e processi, cresce la domanda di professionisti della sostenibilità formati, consapevoli, aggiornati, capaci di integrare competenze tecniche con una visione strategica.

Chi decide di investire, quindi, in un percorso formativo dedicato all’ambiente e all’energia compie una scelta che vale molto di più di un semplice upgrade professionale, ma si posiziona all’interno di uno dei comparti più dinamici e più ricettivi per i profili emergenti. 

Non a caso, i Master in sostenibilità di 24ORE Business School stanno diventando un vero e proprio trampolino nel mercato del lavoro, sia per la qualità del programma didattico, che per un elemento che in questo settore fa spesso la differenza, lo stage garantito.

Per chi entra in un ambito come quello ESG, l’esperienza sul campo diventa persino una necessità. Dentro l’azienda, infatti, si comprende cosa significa davvero elaborare un bilancio di sostenibilità, interfacciarsi con gli standard europei, valutare l’impatto delle emissioni o lavorare a una strategia di transizione energetica. 

Lo stage diventa quel momento in cui la teoria trova applicazione, in cui i modelli di governance sostenibile diventano processi reali, e in cui le competenze acquisite prendono forma nelle attività quotidiane.

Tra i percorsi più significativi dell’area Ambiente & Energia della scuola, spicca il Master in Management della Sostenibilità e Circular Economy, che presenta una caratteristica particolarmente rilevante per i contenuti di questo pezzo, l’attenzione alla governance ESG come competenza strutturale, vero fil rouge che collega tutte le parti del programma, dalla misurazione della materialità alla definizione degli indicatori, dalla gestione dei rischi alla costruzione di un reporting coerente con gli standard internazionali.

Alla luce delle evoluzioni nei CdA, che richiedono sempre più un presidio esperto su questi temi, entrare nel settore attraverso un percorso che offre non solo una formazione completa, ma anche un accesso diretto alle aziende rappresenta un vantaggio strategico. 

Oggi la sostenibilità non è più una specializzazione di nicchia, ma una competenza di governance, un linguaggio trasversale, un acceleratore di carriera.