Home Cronaca Ss18, nove i morti in un anno

Ss18, nove i morti in un anno

Non è certo il computo delle morti a far ritenere pericolosa la Ss18, ma su quella statale sta avvenendo una vera e propria strage.

Forse non silente, ma continua, costante, ineluttabile. Mattia Di Vece, Antonio Cicalese, Ferdinando Avino, Emma Falanga, Nicola Casafina, Cosimo Spagnuolo, Roxana Arena, Gerardo Iacovazzo ed ultimo, in un tragico e spietato ordine temporale, Giovanni Collo.

Nove vittime nel solo 2024. Un computo che la matematica porterebbe ad uno al mese da gennaio ad oggi. Nove persone che hanno perso la vita a causa di un incidente su quei chilometri. Alcuni di loro sono morti sul colpo, altri in ospedale per le ferite riportate. Di comune c’è il sangue versato su quell’asfalto.

Tante volte se ne parla, ma gli incidenti continuano. Tante le motivazioni, ma il tragico comune denominatore è l’esito. Ci sono l’alta velocità, l’alterazione alla guida, la scarsa visibilità, l’asfalto non adeguato. Ipotesi, dubbi, elementi di indagine.

Ma tutto rimane com’è. Ieri l’ultimo fatto ed oggi si riaccendono le polemiche, le richieste di interventi, le chiacchiere, da bar o social poco importa, l’esasperazione, le alzate di scudi, ma poi tutto è destinato fermarsi, a placarsi, almeno fino alla prossima vittima per poi ricominciare. Un circolo vizioso con al centro, però, delle persone.

Madre, padri, figli, anziani e giovani, avventurieri in sella ad un moto o famiglie in cerca di qualche ora di rilassamento. La morte, si sa, non fa differenze. La sua falce, quella di manzioniana memoria, recide tutte le piante, senza distinzione alcuna. E così ad oggi il numero di morti continua in dieci mesi continua ad aumentare, così come le lapidi e i mazzi di fiori. Silenti, certo, utili a ricordare ma inutili se visti come moniti.

Lo scopo, in effetti, potrebbe anche essere questo, ma se si continua a morire vuol dire che qualcosa continua non funzionare. E chi di dovere, come sempre, continua a voltarsi dall’altra parte.