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Terzo mandato, il niet a De Luca

Si spengono i sogni di gloria del presidente De Luca per il terzo mandato? Forse o forse no.

A Palazzo Madama, l’emendamento sul decreto legge Elezioni incentrato sul terzo mandato fortemente voluto dalla Lega è stato sonoramente bocciato. Esso avrebbe dato il via libera ai presidenti di Regione di candidarsi per altri cinque anni dopo i dieci consecutivi appena conclusi.

Tale emendamento era già stato bocciato in commissione, ma i testardi firmatari leghisti hanno ugualmente voluto metterlo alla prova al Senato. Senza esporsi, ma fiero sostenitore del terzo mandato, Vincenzo De Luca è restato a guardare, aspettandosi un aiuto dai rivali politici del centrodestra, o una parte di essi, che in questa battaglia avrebbero rappresentato un alleato molto più utile dei Dem di un campo largo guidato dal duo Schlein – Conte che si sta già assottigliando.

Il presidente campano, al momento, si è già defilato sostenendo che quanto accaduto a Roma non riguarda da vicino la sua Regione. Non è però detta l’ultima parola: De Luca ha dalla sua una grande forza in consiglio regionale e a colpi di modifiche della legge regionale sul voto potrebbe prepararsi la strada per il terzo mandato che, in ogni caso, rimane un suo cruccio.

Poco importa un suo passaggio ad altro partito o la creazione di una coalizione civica, ad oggi De Luca terminerà il suo periodo alla guida della Regione Campania a naturale scadenza della seconda legislatura di Palazzo Santa Lucia. Il presidente però scalpita e davvero tutto può ancora succedere, nonostante i vari veti da parte dei partiti politici.

Il no del Pd, per concludere, potrebbere la classica goccia che fa traboccare il vaso e potrà dare l’inizio alla conferma all’interno del Partito Democratico della corrente deluchiana, primo passo verso una rivoluzione dalla quale potrebbe addirittura nascere una nuova realtà dem.