La commissione affari costituzionali boccia l’emendamento della Lega sul terzo mandato per i presidenti di Regione.
I movimenti nei palazzi romani erano molto attesi, in particolare da Vincenzo De Luca che vede adesso sfumare la possibilità di tentare un nuovo quinquennio alla guida di Palazzo Santa Lucia. Insieme a lui, rimasti con il classico pugno di mosche, altri omologhi come Luca Zaia del Veneto, Stefano Bonaccini dell’Emilia Romagna e Michele Emiliano della Puglia. Ma anche altri presidenti che volevano altri cinque anni per guidare al momento dovranno attendere tempi migliori.
Non tutto è perduto, però, perché il presidente campano può ancora avere la possibilità di candidarsi per il terzo mandato: basta una legge regionale che vada a modificare la legge elettorale della Campania. Il niet in commissione, al di là di tutto, non ci voleva perché adesso si innescano meccanismi ed accordi politici molto particolari nel più chiaro e pratico gioco del do ut des.
Il Pd con la segretaria Schlein non vede di buon occhio il terzo mandato e di certo farà mancare il suo appoggio ma il tutto potrebbe divenire terreno di scontro con un De Luca ormai eletto quasi a capo popolo del meridione e ben lanciato a prendersi un partito leggermente alla deriva, arrendevole e chiaramente succube di una coalizione di centrodestra forte e coesa.