L’ultima volta era salita agli onori delle cronache per aver invitato i suoi follower a invadere la località sciistica di Roccaraso in barba alle restrizioni generando il caos. Questa volta Rita De Crescenzo, la controversa tiktoker napoletana da oltre un milione e mezzo di follower, ha alzato il tiro puntando dritto verso i palazzi delle istituzioni. E’ così una sua scorribanda negli uffici del capogruppo di Azione al Consiglio regionale della Campania, Pasquale Di Fenza, con tanto di Tricolore sventolato sulle note dell’inno di Mameli, ha sollevato un polverone che ha costretto lo stesso Di Fenza a scusarsi. Una retromarcia che non è però bastata a evitargli l’espulsione, con effetto immediato da Azione, da parte del leader del movimento Carlo Calenda che gli ha dato del “buffone”.
Il dietrofront di Di Fenza non è bastato nemmeno ad arginare le polemiche: un’ondata di critiche che ha messo d’accordo maggioranza e opposizione. Mentre il video, pubblicato su Tiktok, dilaga sui social e sui telefonini: si vede De Crescenzo che – accompagnata da un altro influencer locale, conosciuto come ‘Napolitano Store’ – seduta alla scrivania di Di Fenza, si improvvisa direttrice d’orchestra e gesticola accompagnando le note dell’inno di Mameli, mentre Napolitano sventola il Tricolore.
Il tutto davanti a un divertito Di Fenza che segue la scena alle loro spalle, prima di unirsi in un abbraccio finale con pollice alzato. In un altro video registrato all’esterno del Consiglio regionale, i due influencer spiegano che si stanno “acculturando, per capire le cose come stanno e cosa fare di buono” per i cittadini.
“Mettiamo un’altra volta il reddito e lo aumentiamo. E tanto lavoro”, dice Napolitano. “Tanto lavoro, le medicine e tante cose belle”, gli fa eco De Crescenzo. E poi, tra il serio e il faceto e sempre in napoletano: “Io sindaco e tu assessore al Turismo? Facciamo scegliere al popolo?”. La stessa De Crescenzo nei mesi scorsi aveva ipotizzato una sua candidatura in Parlamento. In sovraimpressione la scritta “Popolo ci sei? Working in progress”. Immediate le reazioni. Azione Campania prende le distanze bollando la cosa come un’iniziativa personale.
Il collega di partito Luigi Cirillo si autosospende dal movimento. Si dice indignato il presidente dell’assemblea regionale campana Gennaro Oliviero per un video “che ridicolizza l’istituzione che ho l’onore di rappresentare”.
“Le immagini che mostrano la tiktoker Rita De Crescenzo all’interno del Consiglio regionale della Campania sono di una gravità inaudita. Le istituzioni rappresentano un luogo sacro e non è accettabile che vengano derise in questo modo”, dichiara Pino Bicchielli, vicecapogruppo alla Camera di Noi Moderati, che aggiunge: “Purtroppo il video, ormai virale in rete, evidenzia un comportamento inaccettabile da parte di chi ha consentito tutto ciò, permettendo alla tiktoker di sedere a quella scrivania e generare immagini imbarazzanti. Auspichiamo un intervento da parte del Presidente della consiglio regionale affinché episodi simili non restino impuniti e si ristabilisca il rispetto dovuto alle istituzioni”.
Sulla stessa linea Filippo Sansone, dirigente nazionale Noi Moderati e candidato al consiglio regionale della Campania: “Le istituzioni sono sacrosante: non si può ridurre il Consiglio regionale della Campania a un fenomeno da baraccone, popolato da personaggi discutibili e privi del dovuto rispetto per i ruoli che ricoprono”, ha detto.
“Il video diffuso da un consigliere regionale è profondamente irrispettoso nei confronti delle istituzioni e dei cittadini. Deridere un luogo che dovrebbe essere sacro, perché è lì che si decidono spesso le sorti dei cittadini, è inaccettabile”, ha aggiunto Sansone.
“Mi sento in dovere di scusarmi con i tanti cittadini per la scena indecorosa alla quale, loro malgrado, hanno assistito. Mi auguro che arrivino delle scuse ufficiali e, soprattutto, auspico un intervento da parte del Presidente della Regione Campania”.
Di Fenza prova a mettere una pezza (“ho commesso una leggerezza politica. Chiedo scusa, non era mia intenzione offendere le istituzioni”) ma non basta. Da Roma arriva la condanna di Calenda: “Questo buffone – scrive – che usa gli uffici del Consiglio regionale per pantomime indecenti con personaggi improbabili e vaiasse varie, viene espulso da Azione con effetto immediato. Mi scuso con gli elettori”. E cala il sipario



