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Tragedia di Eboli, polemiche sulla detenzione dei cani

Seppur in maniera diversa, non si spengono i riflettori sulla tragedia di Eboli.

Tralasciando le inchieste giudiziarie, con le indagini ancora in corso, il focus della questione si è spostato sui due molossi che hanno ucciso il piccolo Francesco Pio. L’Asl veterinaria ha sequestrato i cani e li ha trasportati al canile di Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, dove la cittadinanza sta manifestando in forza la propria contrarietà alla detenzione.

Motivo? La gente ha semplicemente paura che l’aggressione perpetrata nei confronti del corpo di un bambini di tredici mesi possa ripetersi tanto sugli altri cani ivi ricoverati tanto sulle persone qualora dovessero fuggire. Totò e Pablo, questi i nomi dei cani, sono detenuti nel canile in attesa di alcuni esami da parte dei veterinari e dovranno essere tenuti in osservazione per dieci giorni, tempo utile per capire la presenza o meno di malattie come la rabbia o il riscontro di pericolosità oggettiva.

In tal caso verranno immediatamente abbattuti. Il sindaco del comune del casertano, Giorgio Magliocca, rassicura i suoi concittadini sulla sicurezza garantita dal canile e sull’impossibilità di una fuga. Nel mentre, è l’ipotetica eutanasia che fa anche discutere. A insorgere sono gli ambientalisti che si dicono contrari alla possibilità di uccidere i due animali. È Enrico Rizzi a parlare, un ambientalista e animalista che dovrebbe anche essere candidato alle prossime elezioni europee. Condizionale doveroso dato che ancora non c’è alcuna ufficialità. : «La tragedia non deve far venire meno il senso responsabilità – dice via social – mi opporrò all’eutanasia iniziando a diffidare chi si farà promotore di una iniziativa crudele. Non esiste una tipologia di cani aggressiva, dipende da come vengono educati».

Insomma, il dibattito si è totalmente spostato rispetto alla tragedia in sé e sta toccando altri ambiti, col rischio che si vada anche nelle aulee dei tribunali.