Sarà estradato in Marocco il terrorista Afia. E’ stata infatti respinta dalla Corte di Cassazione la richiesta di Abderrahman Afia che voleva evitare l’ estradizione in Marocco.
Pertanto il terrorista dovrà tornare in patria per il processo. Solo l’intervento da parte del Ministro della Giustizia potrebbe modificare la decisione. Il terrorista di 30 anni
di nazionalità marocchina, arrestato a Battipaglia il 10 luglio scorso, in località Lido Lago mentre si trovava in un bar, era oggetto di un mandato di cattura internazionale emesso
proprio dal Regno del Marocco.
Da quanto emerso dalle accuse mosse nei suoi confronti Afia non è un innocuo immigrato che aveva tentato la fortuna nella Piana del Sele, anzi è stato appurato che è un pericoloso
terrorista islamico.
Per questo motivo secondo la Corte di Cassazione, non è possibile negare l’ estradizione. A nulla è valsa la teoria esposta dal suo legale secondo cui il giovane potrebbe essere
condannato a morte o subire persecuzioni se rientrasse in Marocco, giacché gli Ermellini hanno ribadito che lo Stato richiedente dovrà applicare, secondo le convenzioni internazionali
che regolano l’ estradizione tra Italia e Marocco, la stessa pena che avrebbe ricevuto in Italia per la tipologia di quei reati.
Inoltre il reato di terrorismo, poi è escluso tra quelli per i quali è possibile negare l’ estradizione, non essendo ritenuto tra quelli che potrebbero dar diritto all’ asilo politico
per essere stati bersaglio di persecuzioni. Al contrario il terrorismo viene perseguito come uno dei peggiori crimini anche in Italia. Ovviamente il trentenne tramite il suo legale ha
negato di essere un terrorista.
Invece i giudici italiani hanno pochi dubbi di trovarsi di fronte ad un pericoloso terrorista jihadista. Anzi ad un reclutatore, come sostengono anche i due testi secondo cui Afia
li avrebbe condotti in Siria per entrare nell’ organizzazione terroristica e farli addestrare ad una missione suicida. Secondo gli investigatori, pare che Afia sarebbe un comandante di
un gruppo terroristico, un capo militare,insomma che ha combattuto tra la Siria ed Iraq.
Pertanto non un semplice militante, ma un pericoloso combattente dell’ Isis.