Iniziano a farsi più concrete le notizie sulla tragedia di Campagna di sabato sera.
Ad essere confermata è l’ipotesi che Nancy Liliano, la donna alla guida del suv che ha colpito l’auto dei carabinieri uccidendo due militari, fosse sotto effetto di alcol e droga. Stando al risultato delle analisi e dell’esame tossicologico, prima di mettersi alla guida aveva assunto sostanza stupefacente.
In ogni caso, la donna è indagata per duplice omicidio stradale e lesioni gravissime dato che dall’incidente sono usciti feriti un terzo carabiniere, il conducente del mezzo, e un altro uomo che transitava in quel momento, un 75enne ancora ricoverato. Entrambi sono in condizioni molto serie.
Mentre si cerca di fare luce piena sull’accaduto e sulle dinamiche, si scava nel passato della donna la cui vita non è del tutto pulita o esempio di specchiata condotta. Ha scontato una pena di tre anni per spaccio di droga perché coinvolta in un’inchiesta che ha visto dare uno scacco al clan Del Giorno. Lo zio della donna, Luigi, era un esponente di spicco della famiglia e secondo la condanna lei stessa ne era parte attiva.
Il clan aveva rapporti con la criminalità organizzata proprio per commercio di sostanza stupefacente. Libera del 2022 dopo i domiciliari, Nancy Liliano sabato sera si è messa alla guida del suv e, in stato di alterazione, ha causato l’incidente uccidendo di fatto due giovanissimi carabinieri in servizio. Francesco Pastore e Francesco Ferraro sono stati salutati ieri nei loro paesi di origine, Manfredonia e Montesano Salentino.
Durante l’omelia, il vescovo Franco Moscone è stato molto duro: «Sono stati assassinati – ha detto – la loro morte è un delitto. Drogarsi vuol dire armarsi». Anche la presidente del consiglio Giorgia Meloni è tornata sull’argomento, auspicando si faccia presto chiarezza. Coro unanime arriva dalla politica, secondo cui è necessario intervenire in materia di sicurezza stradale. A Campagna, infine, è prevista una fiaccolata per ricordare i due giovani.