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Battipaglia, alta velocità ok dalla Regione

Alta velocità, via libera alla Battipaglia – Romagnano,la Regione ha dato l’ok alla infrastruttura.

Mercoledì scorso,su proposta del presidente Vincenzo De Luca e dell’ assessore all’ Urbanistica Bruno Discepolo,la giunta campana ha espresso il decisivo parere favorevole all’intesa Stato-Regione sulla localizzazione del primo lotto – tra la capofila della Piana ed il piccolo comune di Romagnano al Monte, della più ampia linea d’ alta velocità che connetterà Salerno a Reggio Calabria, con tanto d’interconnessione alla preesistente Battipaglia-Potenza.

Un’ opera davvero importante con un tracciato in doppio binario, lungo 33 chilometri, che partirà dalla stazione all’ombra del Castelluccio per arrivare attraverso Eboli, Campagna, Contursi Terme, Sicignano degli Alburni, Palomonte, Buccino e la vicina Romagnano, fino ad innestarsi sulla storica Battipaglia-Potenza.

Il tutto al costo di poco meno di due miliardi di euro, 1,8 per il nuovo itinerario, 125 milioni di euro per l’interconnessione, da attingere dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. La nuova linea d’alta velocità ha trovato degli oppositori pure tra i comuni coinvolti.

Sempre sul tragitto scelto contestazioni da Eboli, Campagna, dal Wwf, associazioni e dai proprietari di case, fabbriche e aziende che saranno attraversate dalla nuova rotta. Anche per obiezioni di questo tipo, allora, il placet della Regione è accompagnato dalla “raccomandazione che, nel prosieguo delle attività di realizzazione dell’ intervento, si tenga conto delle osservazioni proposte dai comuni interessati”.

Criticità che, tuttavia, non hanno spinto Palazzo Santa Lucia verso il no. La Battipaglia- Romagnano è il primo lotto di un progetto molto più ampio, la linea dell’ alta velocità Salerno-Reggio Calabria, inserito a livello europeo nel corridoio scandinavo-mediterraneo della rete Ten-T e a livello nazionale nella Snit di primo livello. Per la giunta De Luca è “un’ opportunità per le regioni meridionali per il recupero del gap infrastrutturale”.