Si è allargata, e di tanto, l’inchiesta sui palazzi in costruzione e sequestrati a Battipaglia. Un’azione congiunta di guardia di finanza e carabinieri che ha visto, almeno fino ad ora, due diverse operazioni, appartenenti al medesimo filone.
A dicembre 2024, sigilli sono stati apposti a tre cantieri. Essi scattarono perché i lavori, stando alle indagini, sarebbero stati svolti senza titoli abilitativi validi. I destinatari di quei provvedimenti cautelari sono tredici: due funzionari del comune, quattro professionisti, quattro rappresentanti legali delle ditte che stavano lavorando e tre committenti.
I tredici sono indagati, in concorso e a vario titolo, per reati previsti dal Testo Unico dell’edilizia e per falsità ideologica. La vicenda di dicembre non è molto diversa da quella dei giorni scorsi. Un’altra operazione, ancora dell’arma e delle fiamme gialle, ha portato a cinque i palazzi sequestrati. Dieci gli indagati con le medesime accuse dei precedenti: due funzionari dell’ente, due professionisti, il legale rappresentante della ditta e cinque committenti.
Le principali problematiche emerse per ciascun permesso di costruire esaminato nelle indagini hanno riguardato la corretta quantificazione dei volumi da demolire utilizzati come base per calcolare i benefici edificatori, la non corretta classificazione dell’intervento di demolizione come manutenzione straordinaria e l’applicazione oltre il termine previsto delle disposizioni del piano di recupero, nonostante fossero decadute dopo i dieci anni dalla loro approvazione.
Il rilascio di questi permessi di costruire, considerati illegittimi, ha portato alla demolizione di edifici di due piani preesistenti e alla successiva costruzione di fabbricati di tre e sette piani, con altezze che superano i 20 metri, causando un significativo aumento del carico urbanistico.